Innanzitutto un vero grazie a MS Edizioni e a Aces Games per averci inviato non solo il manuale, ma tutto il materiale di Unglorious per permetterci di realizzare questa recensione.

Unglorious è un gioco di ruolo di taglio nettamente ironico dove i giocatori interpretano degli avventurieri morti malamente da poco che ritornano per portare a termine i propri conti in sospeso. Ritornano dall’Orto (il regno dei morti) non com’erano prima, bensì come non morti. Dopodichè non è nello spirito del gioco concentrarsi troppo su “come funziona?”, “com’è possibile che un non morto possa farlo?” No, l’approccio giusto è “Che figata! Posso giocare nei panni di un non morto, posso giocare quel mio amato personaggio morto male nella mia campagna preferita e posso farlo con massicce dosi di black humor. Infatti le principali reference di Unglorious sono Medievil, L’Armata delle Tenebre e lo stile di Tim Burton.

Unglorious è stato finanziato con una campagna Kickstarter positiva, che ha permesso la realizzazione del manuale base, della raccolta di avventure Le Cronache della Cripta e della mappa di Stoltardia, il principale continente di gioco (e in questa recensione vi parleremo di tutto, tranquilli). Tutti questi prodotti possono essere acquistati in formato fisico o digitale sul sito di Aces Games, dov’è scaricabile anche il quickstart gratuito. Per chi vuole rimanere aggiornato su Unglorious oppure unirsi ai più gloriosi guerrieri trapassati ci sono una pagina e un gruppo Facebook.

Benvenuti nell’Orto

Essendo stato creato per un contesto molto particolare, per dar meglio l’idea di cosa voglia dire giocare ad Unglorious ecco l’incipit direttamente dalle parole dell’autore, Simone “Aces” Morini:

L’Orto è la tua nuova casa, viaggiatore defunto. Grazie a essa potrai risorgere dalla fossa e continuare quell’avventura su cui tanto speravi e di cui hai parlato a tutti, persino al giardiniere. Il tuo nuovo coorpo non sarà bello e prestante come quello di prima, ma è un prezzo irrisorio da pagare, se paragonato alla possibilità di diventare un eroe sia in questo mondo che nell’altro! Prendi il tuo Certificato di Morte, scrollati la terra di dosso e serra ben bene alla cinta il fodero della spada, per quanto arrugginita sia: quello che ti aspetta è un viaggio oltre i confini della vita, alla scoperta di luoghi che la morte ti ha precluso e ben oltre i limiti che il tuo corpo di vivente ti ha finora imposto. Solo occhio a non perdere troppi pezzi per la via.

Simone “Aces” Morini

Ma cos’è esattamente l’Orto? E’ una terra di confine tra il mondo dei vivi e l’aldilà. Era un luogo tranquillo, finchè non arrivò l’amagia. Sì, l’amagia, non è un errore di battitura. Lo vedremo dopo. La cosa interessante è che l’Orto non è solo il luogo dove i morti vengono parcheggiati in attesa di andare nell’aldilà, è un vero e proprio mondo parallelo, simile e dissimile nello stesso tempo da quello dei vivi, dove possono essere anche ambientate le avventure di Unglorious. Quasi una seconda regione, una possibilità originale e interessante per mandare a ri-morire i propri personaggi.

La Storia Dietro Unglorious

Il racconto che getta le fondamenta del Mondo Mora, il mondo di gioco, rende bene l’idea dell’ironia e dello spirito del gioco. Era un mondo noioso e pacifico, dove le persone morivano di vecchiaia, finchè un giorno arrivò l’amagia. Si tratta di pura concentrazione di energia fantastica, che rese reali le fantasie delle persone e le infuse di spirito d’avventura. Migliaia di avventurieri in un mondo divenuto irto di creature strane e pericolose volle dire una cosa: una marea di morti. E non parlo di morti mansueti, ma anche di chi, una volta defunto, aveva intenzione di ritornare nel mondo dei vivi per soggiogarlo con schiere di non-morti. L’Orto, luogo di complicata e intellegibile burocrazia (geniale!), vide sollevarsi una rivolta che coinvolse vivi, morti e non morti, un bel pasticcio chiamato La Guerra dei Morti.

Mi piacerebbe continuare a raccontarvi tutta la storia, ma ragioni di spazio (e l’immagine dello sguardo torvo dell’autore) mi fanno desistere. Sappiate che prosegue, brillante e ironica, tra pericolosi Necroamanti, la Necro-Lega e l’Ordine dei Gaudiovivi, fino al Decreto Decrepito. La situazione finale prevede che sia rimasto ben poco spirito avventuroso tra i vivi e i migliori di essi vengon presi dai Necroamanti. Quindi a chi può rivolgersi l’Orto per evitare che accada il peggio? Ai non valorosi, a quegli avventurieri di poco talento morti in circostanze a dir poco ridicole… l’avete capito? Ovvio, i PG!

Non C’è Peggior Morto di Chi non Vuol Morire

Per una recensione esaustiva, mettiamo le cose in chiaro: chi gioca a Unglorious interpreterà avventurieri morti male. Per lo più per sfiga, sbadataggine o reale incapacità. Cosa devono fare? L’Orto dà loro la possibilità di migliorare la loro posizione prima di andare nell’aldilà risolvendo qualche conto in sospeso e magari aiutando l’Orto stesso a risolvere delle questioni. Insomma, l’Orto, in una sorta di ufficio di collocamento volto non a trovare un lavoro bensì l’aldilà giusto, premia con una eternità migliore i morti che riescono a racimolare raccomandazioni e riconoscimenti vari evitando ulteriori disonori.

Parliamo quindi della creazione del personaggio. Partiamo con la scheda, che è a tutti gli effetti il suo certificato di morte. Prima vi è una parte di dati relativi alla vita precedente, che servono a generare un background che in questo gioco è obbligatoriamente legato a doppio filo con il futuro dei personaggi.

La razza è sostituita dalla forma di morto. Vi sono gli Impagliati (le mummie), i Molli (gli zombie), i Secchi (gli scheletri) e i Ventosi (i fantasmi). Ogni forma vanta ovviamente poteri diversi. Dopodichè bisogna scegliere un Ordine per il proprio morto, in base all’attitudine. Funziona un po’ come la selezione delle case ad Hogwarts, ma senza il cappello parlante. Ogni Ordine concede un Benefit e un Passaggio Privilegiato per recarsi nel mondo dei vivi. Sono troppi per citarli tutti ma amo troppo per non citarli il potere dei Coltivatori, cioè di potersi trasformare in spaventapasseri, ma soprattutto il nome dell’ordine di coloro che sono particolarmente attenti alle leggi, i Necroligi. Splendido.

Il processo prosegue con la scelta dei Conti in Sospeso, i ritocchi finali, ma soprattuto con la scelta del Corredo del Morto, cioè gli oggetti equipaggiati alla morte. Essi diventano simbolo delle abilità conosciute, quindi la scelta del corredo è in pratica la scelta delle abilità. Le armi arrivano fino a quelle da fuoco, tipo archibugi, che in Unglorious prendono il più appropriato nome di “ruttapiombo”.

Progredire e Potenziarsi da Morti

Affrontiamo brevemente anche questi due argomenti. Tra i sistemi di remunerazioni per le imprese compiute vi sono le Licenze. Attraverso queste è possibile ottenere potenziamenti per gli oggetti, l’accesso a poteri arcani e anche un miglioramento della propria tipologia di non morto. Se vogliamo parlare la lingua di D&D, potremmo definirle classi di prestigio, se conversate in Alto D&D, oppure sottoclassi, se parlate D&D novello.

Anche in questo caso l’elenco e i giochi di parole sono troppi per essere contenuti in un paragrafo, quindi continuerò a limitarmi a citare alcuni tra i migliori. Quale scheletro non vorrebbe diventare un Ossosacro? Quale mummia non vorrebbe ottenere Gas Combattivi o un Tocco Incartapecorente? Oppure non vorreste giocare uno zombie Carnefrolla che possiede poteri come Dieta Insana o Botta di Vita? E lo Sciamorto dove lo mettiamo (lo sciamano, per chi non ci fosse arrivato)?

Recensione del Regolamento di Unglorious

Facciamone subito una questione di peso. 8 pagine. Questo dovrebbe rendere l’idea più di tante parole. Per i più curiosi è un sistema che usa solo d10 e che considera i risultati dal 6 in su come successi. Sono tiri piuttosto semplici, coadiuvati dai Punti Anima, che sono uno strumento per migliorare le possibilità di riuscita, per curarsi, per rimediare ai fallimenti, anche per riparare l’equipaggiamento. Sono il collante che tiene insieme la sopravvivenza di personaggi altrimenti così strani. Certamente non una meccanica plausibile o verosimile, ma se avete letto fino a qui capirete benissimo che non viene richiesto nulla del genere. Il combattimento rimane semplice come tutto il resto del sistema, fin quasi un po’ elementare, ma alla fine c’è stata una precisa scelta di leggerezza e scorrevolezza, quindi è probabilmente giusto così.

E non posso non sottolineare che i personaggi possono staccarsi pezzi di sè e muoverli a piacimento, come far tornare a sè porzioni di corpo che si sono staccate per chissà quale motivo.

Per rimarcare ancora una volta il brillante taglio ironico dell’autore una volta per sessione si può invocare l’aiuto di un parente morto che compare per dare una mano. Come si chiama questa regola? La Mano Morta, ovviamente.

Il Bignami del Master e il Mini-Bestiario

Le ultime 50 pagine del manuale sono occupate da una parte dedicata maggiormente al narratore e dal bestiario. Dopo il tripudio di ironia e genialità delle pagine precedenti avrei voluto almeno il triplo del materiale, ma purtroppo ho sognato invano. Vi è un capitolo dedicato alle imprese, che aiuta alla gestione delle avventure, delle ricompense e dell’aldità. In realtà è piuttosto esaustivo. Non serve molto altro al narratore, perchè lo stile del gioco viene insegnato e maturato durante tutta la lettura del manuale, grazie alla scrittura sempre coerente col tono e ricca di spunti.

Anche del bestiario avrei voluto molte più pagine. Non perchè non ci siano abbastanza creature, ma perchè è veramente troppo bello da leggere. Dai loro nomi, alla loro natura, fino ai loro poteri. Il livello di creatività rimane alto e promette giocate veramente epiche. I miei preferiti? Per i nomi che hanno direi il Maiale da Guerra e l’Orco Culinario. Però, seriamente, qualcuna in più non avrebbe guastato.

Non C’è Posto per Tutto nella Recensione di Unglorious

Nessuno pretende che una recensione possa coprire tutto ciò che viene detto in un manuale di 250 pagine. Eppure voglio ancora puntualizzare come ci sono ancora molte cose degne di nota e soprattutto di un sorriso che non ho potuto raccontare. Posso assicurarvi che nelle parti discorsive (e non solo!) ogni pagina saprà strapparvi almeno un sorriso, non solo per la battuta in sè, ma anche per l’idea di poterla portare in gioco. Mi è piaciuto molto, ad esempio, che il continente dove si trovano i classici elfi, nani e così via sia stata chiamata Banalardia, o la spassosa Classifica delle Cause di Morte per Regno. Sono molto interessanti l’effetto dell’amagia sulle terre e le creature amagiche.

Varrebbe anche la pena fare un excursus sulle Terre di Stoltardia. Il manuale ci impiega 30 pagine a descriverle. Sono puntualizzati i rapporti tra i regni, con gli ordini e le fazioni. Cito il Regno Guerranico e il loro motto: “Carica!!!” o il Regno Rasputio, che invece sullo stemma riporta “Acciaio e Amore”, fino al motto del Regno Sacroturno, ovvero “Zitto e Prega”. Magnifico. O vogliamo parlare della struttura dell’Orto, con le mortopoli, con un paragrafo dedicato ai “centri ricreativi” pretesi dai morti più ostinati? E per citare un’ultima cosa i Boney, la versione ortolana dei minioni, che comunicano attraverso una fiammella sulla fronte che prende la forma di emoticon, simboli e parole semplici. Capite quando materiale c’è per divertirsi?

Le Cronache della Cripta

Le Cronache della Cripta sono un manuale a copertina morbida di 162 pagine. In queste, per continuare a snocciolare numeri, ci sono 10 avventure, 3 luoghi e 4 mostri. Le avventure hanno una durata media di 3 sessioni e una lunghezza media di 12 pagine con ben poco spazio occupato dalle immagini, quindi c’è molta carne. I contenuti portano firme anche molto famose del mondo gdr italiano, autori che hanno all’attivo partecipazioni a progetti Kickstarter di grande successo, o addirittura autori di quegli stessi Kickstarter di grande successo.

Anche se gli autori sono cambiati rispetto al manuale base, il tono rimane simpatico e brillante. Per darvi un’idea di dove si vada a parare, permettetemi di snocciolare anche qui qualche citazione. Avventure come The Bones Brothers o Benvenuti a Walmort, luoghi come il Circo di Moria Orfey e citazioni e battute a go-go nei capitoletti. Sinceramente si fa fatica a scegliere da cosa cominciare; l’indice analitico, qui denominato (ovviamente) epitaffio, fa veramente venire l’acquolina in bocca… Non male giacchè stiamo parlando di non morti!

Recensione dei Materiali, dell’Arte e dell’Impaginazione di Unglorious

E’ un piacere che contenuti così interessanti siano impacchettati bene e in materiali di qualità. Carta, rilegatura e mappe di ottima fattura e resistenti.

Anche l’impaginazione è di alto livello. Le colonne sono snelle e si leggono bene. Le caselle di testo sembrano editti in pergamena grigia, si staccano bene dal resto del testo e guidano facilmente verso contenuti diversi dal testo principale. Alcune pagine descrittive realizzate come pergamena a pagina intera sono esteticamente belle sebbene di difficile lettura, ma fortunatamente sono poche e non contengono informazioni fondamentali.

L’arte è veramente splendida. Un complimento a Giovanni D’Agostino, Fabio Porfidia, Vincenzo Pratticò e Lodovico Santirana. E’ superfluo descriverla. Sono la perfetta commistione dell’opera. Cromaticamente lugubri, sapientemente ironiche, visivamente piacevolissime. Anche molto ben inserite all’interno delle pagine. Sono uno strumento indispensabile per entrare nel mood, per immaginarsi l’Orto e il gioco nel suo insieme. Se in altri giochi l’arte è un punto di forza ma non ha una vera e propria funzione didascalica in quanto si tratta di soggetti e ambientazioni facili da immaginare, qui è diverso. Non è così automatico immedesimarsi nei personaggi o nel mondo dell’Orto. Le illustrazioni forniscono un’ottima guida visiva, tanto per i giocatori quanto per il narratore.

Considerazioni Finali sulla Recensione di Unglorious

E’ difficile non accorgersi di quanto io sia entusiasta di questo prodotto. Permettemi di fare una premessa, anche se siamo nel capitolo finale di questa recensione: Unglorious mi piace perchè sono particolarmente in sintonia con la sua ironia. Non è detto che piaccia così tanto a tutti.

Unglorious è un gioco dal sistema ultraleggero e dal taglio ironico, che se ne frega di alcuni dettagli e della verosimiglianza del risultato finale; dopotutto parla di avventurieri sfigati che ottengono una seconda occasione da morti. Si presta tantissimo per avventure piene di humor, riferimenti, camei, che possono benissimo rivelarsi epiche e coinvolgenti, ma che vogliono per prima cosa essere divertenti e facilmente genereranno risate e leggerezza. Sulla carta non sembra particolarmente adatto per campagne lunghe (anche se non è detto). Se questi elementi non piacciono o sono un problema, forse è il caso di valutare meglio il prodotto, magari scaricando il quickstart gratuito prima di capire se avvicinarvisi o se allontanarvisi.

Se invece le caratteristiche sopra elencate in questa recensione prendono bene… Unglorious è semplicemente un must! Soldi ben spesi. Faccio veramente i miei complimenti per com’è stato messo a fuoco questo prodotto. L’idea di base è geniale, ma spesso non basta avere un’idea geniale. In Unglorious l’idea si è trasformata in un progetto coeso e ben realizzato. La scrittura si mantiene brillante e coerente per tutto il manuale, il game design è chiaro e molto funzionale all’obiettivo; la qualità dell’arte e del prodotto fisico in generale sono il fiore all’occhiello.

Fidatevi di questa recensione: Unglorious fa parte di quei giochi che vanno provati almeno una volta prima di morire… o dopo?

Se vi è piaciuta la recensione di Unglorious , continuate a seguirci per leggerne altre!

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