Aegis of Empires [ PF2 ] | Recensione

Aegis of Empires [ PF2 ] | Recensione

Ci tengo a ringraziare Legendary Games per averci inviato una copia di Aegis of Empires al fine di poter scrivere questa recensione. Si tratta di un Adventure Path (AP), una campagna fantasy per PF2 che, in più di 550 pagine, porta 4/6 personaggi dal secondo al diciasettesimo livello.

Nel caso siate interessati l’acquisto, potete trovare questo manuale in versione fisica con copertina rigida (e in inglese) sullo store ufficiale di Legendary Games al prezzo di 89.99 $ (attualmente circa 85 euro). Se preferite la versione digitale, la potete acquistare per 49.99 $ (circa 45 euro); il bundle che include entrambe costa invece 99.99 $ (circa 95 euro). Vi segnalo inoltre che, allo stesso prezzo, questo prodotto è disponibile anche per PF1 e D&D5e. Non dimenticatevi di utilizzare il codice NDU10 per ottenere il 10% di sconto!

Per poter iniziare l’avventura, è necessario possedere il Manuale di Gioco di PF2; nel caso vi servano maggiori informazioni, vi consiglio di leggere la mia recensione a riguardo.

Prima di scoprire gli intrighi tra gli imperi coinvolti in questa campagna, scopriamo come è nata!

Una Lunga Genesi

L’autore di Aegis of Empires (o meglio il creatore e in questa recensione ne capirete i motivi) è Greg A. Vaughan. Da anni aveva l’idea di questa mastodontica avventura in mente (che nasce addirittura con Greyhawk), ma non aveva ancora avuto modo di pubblicarla. Quando Frog God Games ha acquisito Necromancer Games, è stato coinvolto nel progetto; queste circostanze gli hanno permesso di dare una forma alle proprie idee, appoggiandosi su una base già solida.

Frog God Games è proprietaria dell’ambientazione Lost Lands e Greg ha ambientato le vicende basandosi proprio qua. Questo dettaglio è importante in quanto, come spiegherò maggiormente nel dettaglio nel seguito di questa recensione, Aegis of Empires non si propone come una campagna “completa”. Alcuni livelli della progressione dei personaggi non sono affrontati all’interno di questo manuale; il narratore può liberamente inserire altre avventure brevi per collegare gli archi narrativi. Avere alle spalle un’ambientazione già consolidata aiuta decisamente a questo scopo. Greg infatti, all’interno di questo manuale, consiglia varie avventure brevi già scritte per essere giocate nelle Lost Lands. Devo però segnalare che le avventure consigliate non sono pensate per PF2 (ma spesso per PF1) e necessitano quindi di un’opera di conversione.

D’altro canto però va detto che non è assolutamente necessario ambientare la campagna in quelle terre. I fatti possono essere trasposti senza alcuna fatica altrove, che si tratti di homebrew o setting già pronti. Una validissima alternativa può essere anche Golarion, il mondo presentato nei manuali ufficiali di PF2. Dopotutto due elementi chiave della narrazione sono un antico impero perduto e un famoso esploratore e su Golarion esistono gli Azlanti e i Cercatori…

Dopo aver scelto l’ambientazione giusta per i propri giocatori, è necessario introdurli a questa trama attraverso i giusti strumenti.

Come Preparare la Campagna

Come vedremo in questa recensione, Aegis of Empires ha una struttura molto simile ad una classica AP per Pathfinder; per questa ragione è provvista di una utile Guida del Giocatore. Si tratta di un manuale separato che spiega il contesto nella misura in cui i giocatori devono conoscerlo, così da poter creare un party adatto alla storia.

A differenza dei prodotti ufficiali di Paizo, questa Guida del Giocatore non è gratuita (sebbene abbia un costo decisamente contenuto). Essa può essere acquistata sullo store ufficiale per 5 $ (poco più di 4,50 euro) nella sua versione digitale. Se si desidera la copia fisica, allora sarà necessario spendere 15 $ (circa 14 euro). Bisogna anche dire, però che conta ben una cinquantina di pagine e ha un livello di approfondimento decisamente maggiore per quanto riguarda la lore. Sono presenti descrizione accurate dei luoghi di maggior rilievo, della timeline con gli eventi storici che hanno portato al contesto attuale e dei pantheon venerati (comprensivi di meccaniche per PF2, PF1 e D&D5e). Sebbene questa campagna dia grande libertà di scelte ai giocatori, avrei gradito dei background specifici con cui introdurre i personaggi e una tabella riassuntiva di classi, stirpi e allineamenti consigliati.

Per il narratore invece esiste la Guida del Game Master, un manualetto gratuito in formato digitale che, nelle sue 7 pagine, approfondisce i collegamenti tra i vari moduli di Aegis of Empires. In particolare si focalizza su fornire consigli su avventure filler per completare la campagna che possono essere trovate direttamente sullo store di Legendary Games.

Rimangono ancora altri due strumenti utili; il primo è una collezione di illustrazioni e mappe da poter mostrare facilmente ai giocatori. Il secondo è invece una sintesi degli eventi principali di tutta la campagna, in modo da poterla inquadrare nel suo insieme.


Recensione della Trama di Aegis of Empires

Ora non ci resta che scoprire cosa propone la trama! I temi principali sono gli intrighi politici tra regni, misteri urbani da investigare, terre selvagge da esplorare e potenti artefatti da temere; trovo questa campagna molto equilibrata come tematiche e il tocco lovecraftiano che la distingue è un pregevole valore aggiunto.

Gli eventi avvicinano i personaggi ad un cavaliere sulla strada della redenzione, ma presto gli intrighi inizieranno a intrecciare questo arco narrativo con una macro-trama molto più ampia. Un famoso esploratore, con un prezioso tomo, si mette alla ricerca di una notevole fonte di potere. Verranno introdotti un antico impero, un pericoloso mago e tanti altri elementi che attireranno l’attenzione di personalità sempre più potenti.

Secondo me la trama riesce ad essere sia classica che avvincente, senza mai cadere nella banalità. Ho apprezzato molto il fatto che alcuni elementi della narrazione diventino ricorrenti e nel farlo riescano sempre a stupire i giocatori. I personaggi sono molto ben delineati ed è facile che i giocatori si appassionino alle loro vicende, trasformandoli in un importante motore di trama.

Considerando tutto ciò, ho riflettuto sul dover inserire avventure filler in alcuni punti della narrazione. Onestamente, utilizzando le milestones al posto dei punti esperienza, questa necessità secondo me non risulta indispensabile. PF2 ha delle ottime meccaniche che, in Modalità Riposo, permettono di far passare il tempo che intercorre tra due moduli senza dover per forza giocare quei momenti; l’importante sarà ovviamente giustificare il cambio di luogo. Questo non significa che inserire avventure aggiuntive sia un male, anzi; ma il mio approccio mi pare un’ottima alternativa per mantenere alta l’attenzione sui fatti specifici narrati in questo manuale.

Per facilitare la preparazione, ogni modulo propone un’introduzione generale con il riassunto degli eventi, la mappa, la timeline, eventuali meccaniche uniche e le possibili conclusioni.

La Suddivisione in Moduli

Come molte campagne ufficiali per PF2, anche Aegis of Empires è infatti suddivisa in 6 moduli; essi sono scritti da autori differenti che hanno seguito le linee guida di Greg A. Vaughan, ma non coprono tutti i livelli dall’1 al 17. Ora ve ne parlerò maggiormente nel dettaglio, cercando sempre di evitare spoiler.

Il primo modulo è Il Libro nella Vecchia Casa (“The Book in the Old House“), creato dalla penna di Alistair Rigg per personaggi di livello 2; è un’ottima introduzione alla trama della campagna e li pone a fianco di un cavaliere che vuole riscattare il proprio nome di famiglia affrontando le conoscenze proibite ed eretiche di un mago.

Segue poi Anima d’Ebano (“Ebon Soul“), ad opera di Jeffrey Swank, pensara per il quinto livello; in questo arco narrativo i personaggi vengono dapprima convocati da una nobildonna, per poi doversi recare ad un tempio alla ricerca di notizie riguardanti un potente artefatto.

In Quando Giunge la Luna (“When the Moon Comes“, di Matthew Goodall) la scena si sposta in un monastero strettamente legato alla luna e alla sua influenza sul mondo e inizia con personaggi di ottavo livello.

Il quarto modulo è La Leggenda della Stella Ardente (“Legend of the Burning Star“), avventura di Steven T. Helt che inizia a livello 10 e vede come elementi centrali di trama un tomo e le indicazioni che contiene per raggiungere qualcosa di molto prezioso.

L’AP prosegue con La Corsa per Shataakh-Uulm (“Race for Shataakh-Uulm“), di Tom Knauss; i personaggi di livello 12, tra natura selvaggia e tradimenti, raggiungono la spedizione che cercavano ma una sinistra minaccia ha già avviato i suoi piani.

L’ultimo modulo è La Caduta dei Cavalieri nella Vecchia Curgantium (“Knightfall in Old Curgantium“, di Anthony Pryor) e i personaggi di livello 15 dovranno fermare un antico male.

Le Appendici del Manuale

Questo massiccio tomo ci propone anche tre appendici, molto utili arricchire le sessioni di gioco.

L’Appendice A è un ricco bestiario che racchiude le creature che si possono incontrare nel corso della campagna. Esse sono molto varie e interessanti, tanto da invogliare l’utilizzo anche in altre avventure. Le statistiche sono bilanciate in maniera abbastanza equilibrata, ma ho riscontrato qualche problema. Rispetto ai bestiari ufficiali, ci sono molte creature che non sono specializzate in nessuna Abilità, rendendole difficili da inserire senza qualche accorgimento. Una melma o un gigante non addestrato in Atletica non riuscirà mai ad afferrare o trattenere un bersaglio, nemmeno i meno prestanti. La soluzione è semplice: dare a ogni creatura che ne è sprovvista delle Abilità in cui è performante. Altra sbavatura facilmente aggiustabile è, per alcune voci del bestiario, la mancanza della taglia; le dimensioni contano!

L’Appendice B contiene invece nuovo equipaggiamento e nuovi incantesimi, ovviamente legati ai temi proposti nei moduli precedenti. Gli oggetti sono tanti e sia magici (indossati, impugnati, grimori e artefatti) che non (consumabili alchemici, materiali speciali e armi). Esiste un’arma classificata come “esotica”, sebbene questo termine non sia più utilizzato in PF2; sarà sufficiente considerarla Non Comune e il problema sarà risolto. Gli incantesimi sono molti meno: ne troviamo tre normali e tre rituali. Essi sono in linea con quelli dei manuali ufficiali; ho solo notato una piccola sbavatura: un incantesimo che infligge danno non può essere potenziato con slot di livello superiore, rischiando di renderlo obsoleto ad alti livelli.

Infine l’Appendice C è la più breve e racchiude quattro divinità presenti negli eventi della campagna. Nel caso si utilizzi un’ambientazione differente, si possono ovviamente e facilmente sostiruire con altre che possono ricoprire un ruolo simile all’interno del proprio pantheon.

Recensione dell’Estetica di Aegis of Empires

I contenuti di questo manuale sono davvero tanti, ma grazie all’indice classico e uno alternativo dedicato alle mappe risulta semplice e comodo da navigare.

Il layout del testo è su due colonne, il font classico su sfondo color pergamena; ottime caratteristiche per renderlo ancora più fruibile. Le parti da leggere ai giocatori sono in corsivo e di colore verde; le spiegazioni sono invece racchiuse in eleganti box e le note sono in fondo alle relative pagine. Nel complesso l’impaginazione ricorda quella utilizzata da Paizo nel corso degli anni, risultando molto azzeccata.

La copertina rigida incornicia Aegis of Empires, mentre all’interno abbondano pregevoli immagini, come potete vedere dagli esempi riportati in questa recensione. Lo stile è classico e adatto al genere, accompagnando alla perfezione il testo. Anche le mappe sono di livello sebbene a volte risultino leggermente scure.

Conclusioni della Recensione di Aegis of Empires

Questa AP non è nata per PF2 e questo sarebbe potuto essere un problema; il prodotto che ho avuto il piacere di provare invece non risulta affatto una trasposizione priva di carattere, ma mostra come una bella storia si possa vivere anche attraverso un sistema di gioco differente. Il bilanciamento degli scontri è realizzato sapientemente; le nuove meccaniche messe a disposizione da PF2 si incastrano benissimo con la trama. Qualche sbavatura tecnica c’è, ma non pregiudica il divertimento e le emozioni offerte. L’esperienza di Legendary Games si nota e il risultato è davvero notevole.

Per concludere questa recensione, mi sento di consigliare Aegis of Empires a chiunque voglia vivere un’avventura varia, equilibrata, classica e piena di momenti e personaggi memorabili. Non vedo l’ora di vivere altre avventure leggendarie!

Se vi è piaciuta questa recensione di Aegis of Empires, continuate a seguirci per scoprire altri prodotti di Legendary Games!


Book of Beasts: Monsters of the Forbidden Woods [ PF2 ] | Recensione

Book of Beasts: Monsters of the Forbidden Woods [ PF2 ] | Recensione

Voglio innanzitutto ringraziare Jon Brazer Enterprises per averci inviato una copia di Book of Beasts: Monsters of the Forbidden Woods, un bestiario per Pathfinder Seconda Edizione, al fine di poter scrivere questa recensione. Questo manuale appartiene ad una collezione (appunto i Book of Beasts) che contiene le creature tipiche di specifici luoghi.

Nel caso siate interessati ad acquistarlo, lo potete trovare (solamente in edizione digitale e in lingua inglese) sul sito ufficiale di Paizo, DriveThruRPG e Open Gaming Store al costo di 3,95 $ (attualmente circa 3,65 €); tenete a mente che è anche disponibile per D&D5e allo stesso prezzo su DriveThruRPG e Open Gaming Store.

La Struttura del Manuale

Il costo contenuto è giustificato dal fatto che anche il numero di pagine non sia troppo abbondante: 17.

Dopo una pagina introduttiva con i credits e i manuali di riferimento, si parte immediatamente con i veri protagonisti dell’opera: i mostri!

Li troviamo raggruppati in categorie e per ognuna di esse abbiamo a disposizione dai 3 ai 6 esemplari. E’ presente una descrizione di ogni categoria, ma non dei singoli elementi che la compongono; in ogni caso non ho percepito molto questa mancanza, dal momento che le indicazioni generali danno già un contesto molto preciso alla creatura. Inoltre il manuale ci propone anche altre informazioni molto interessanti. Possiamo infatti leggere interessanti consigli per gestire il comportamento dei mostri, soprattutto nelle loro tattiche in battaglia. Quello che però mi ha maggiormente intrigato sono gli spunti narrativi; in poche righe l’autore ci consiglia alcune situazioni in cui risulta facile inserire le creature. A volte questo accade anche in prima persona, attraverso le parole di qualche PNG citato ad hoc; in questo caso possiamo anche trovare simpatici nomignoli con cui la gente definisce la bestia. E non dimentichiamoci il loot specifico e a tema!

Book of Beasts: Monsters of the Forbidden Woods si conclude poi con la copertina, precedentemente inclusa in questa recensione. Onestamente avrei gradito la presenza di un indice, meglio ancora se in più versioni (in ordine di numero di pagina, alfabetico e di livello delle creature). Così il manuale non risulta difficile da navigare, ma colmare questa lacuna avrebbe ulteriormente giovato sotto questo punto di vista.

Recensione dei Mostri di Book of Beasts: Monsters of the Forbidden Woods

Come accennato già all’inizio di questa recensione, Monsters of the Forbidden Woods fa parte della serie di manuali Book of Beasts e come tale si focalizza sui mostri tipici di una determinata locazione; mi sto riferendo ai Boschi Proibiti (Forbidden Woods), non appartenenti all’ambientazione ufficiale ma pullulanti di flora e fauna davvero peculiari.

Questo bestiario contiene per la precisione 22 creature, raggruppate in 5 categorie. La varietà è tanta e l’originalità abbonda. Un aspetto positivo è che si tratta di creature facilmente inseribili in una moltissime avventure. Il loro livello spazia dal -1 al 10 e quindi, anche grazie ai template Debole ed Elite, sono pienamente sfruttabili contro personaggi fino al livello 14 circa; purtroppo sono assenti mostri adatti ai livelli più alti, ma tendenzialmente sono anche quelli meno giocati.

  • Addanc: uno strano incrocio palustre tra un castoro e un coccodrillo immondo, presentato dagli esemplari più giovani ai più maturi e letali.
  • Guardiani Druidici: i protettori delle terre selvagge a volte tutelano la loro dimora naturale con guardiani di pietra, mastini d’acqua, liane animate e altro ancora.
  • Animali Giganti: la natura può decidere di creare animali di dimensioni (e forza) spropositate al fine dell’autoconservazione. Un gufo alto come un essere umano ne è un ottimo esempio.
  • Knaerk: i peggiori nemici dei nani e di chiunque viva sottoterra. Questi macabri incroci tra un ragno, un goblin e una pietra sono specializzati nel far crollare tunnel e seppellire chi ci vive.
  • Orsoragni: non c’è molto altro da aggiungere: cosa può terrorizzare più di una creatura violenta come un orso e inquietante come un ragno?

Tutti i mostri seguono precisamente gli schemi di creazione di PF2, risultando perfettamente bilanciati; al contempo non mancano di essere anche originali, senza dare mai la sensazione di reskin di creature classiche.

Recensione dell’Estetica di Book of Beasts: Monsters of the Forbidden Woods

L’imapginazione differisce leggermente rispetto a quella dei bestiari ufficiali di PF2. Invece di essere organizzato con un’unica colonna e le note extra a margine, Book of Beasts: Monsters of the Forbidden Woods presenta due colonne su cui sono disposti tutti i contenuti, statistiche comprese. I font invece sono molto simili a quelli ufficiali e ne condividono la semplicità e la chiarezza nella lettura.

La copertina non ha un template o una cornice, ma presenta solamente una stupenda immagine a colori a pagina piena. Quale modo migliore di presentare il manuale se non con un simpaticissimo Orsoragno intento a cacciare dei malcapitati avventurieri?

Le illustrazioni interne sono molto essenziali, ma efficaci. Di fatto sono degli sketch su sfondi di pergamena, un approccio che su altri tipi di manuali sarebbe potuto risultare troppo minimale, ma in un bestiario acquisisce un senso; in fin dei conti la sensazione è quella di osservare il diario di un avventuriero che annota le creature che incontra.

Ultime Considerazioni

Book of Beasts: Monsters of the Forbidden Woods si prefige un obbiettivo ben preciso e, come si evince da questa recensione, lo raggiunge pienamente. Ad un costo davvero conveniente, fornisce interessanti elementi da inserire in qualsiasi trama che porti gli avventurieri in misteriose foreste; questo aspetto giova sicuramente anche alla sua riutilizzabilità. Inoltre la presenza di informazioni extra per ogni creatura lo rende un manuale perfetto anche per i master alle prime armi.

Se volete espandere l’elenco delle creature da scagliare contro i vostri avventurieri, vi consiglio di tenere in considerazione questo prodotto. E ricordate: per ogni party, c’è sempre un Orsoragno in agguato!

Se vi è piaciuta questa recensione di Book of Beasts: Monsters of the Forbidden Woods, continuate a seguirci per scoprire altri manuali per PF2!
Treasury of the Pharaohs [ PF2 ] | Recensione

Treasury of the Pharaohs [ PF2 ] | Recensione

Ringraziamo prima di tutto Legendary Games per averci inviato una copia di Treasury of the Pharaohs al fino di poterne scrivere questa recensione. Si tratta di un supplemento per Pathfinder Seconda Edizione pieno di nuovi oggetti magici, tutti a tema egiziano. O meglio, a tema Osirion, la regione del mondo di Golarion ispirata all’antico Egitto. Gli autori stessi hanno infatti definito questo manuale un “Adventure Path plug-in”, ovvero un prezioso strumento per arricchire l’esperienza offerta dalla campagna ufficiale di Paizo intitolata La Maschera della Mummia; è anche vero però che può essere utilizzato in una qualsiasi campagna che voglia portare i giocatori tra le sabbie del deserto o in antiche piramidi.

Nel caso questo prodotto stuzzichi la vostra curiosità, sappiate che è disponibile sullo store ufficiale in lingua inglese al prezzo di 4,99 $ (circa 5 euro) nella versione digitale, 10,99 $ (circa 11 euro) nella versione fisica e 11,99 $ (circa 12 euro) nel bundle che comprende entrambe. Nello store è anche possibile trovare la versione per D&D5e. Se utilizzate il codice NDU10 al momento del pagamento, otterrete uno sconto del 10% sul vostro ordine!

Ora però iniziamo a esplorare il manuale come se fosse l’antica tomba di un faraone!

Recensione dei Contenuti di Treasury of the Pharaohs

In Treasury of the Pharaohs sono presenti ben 33 oggetti magici, suddivisi tra le varie categorie e appartenenti a livelli compresi tra il 4 e il 20. Per puro gusto personale avrei gradito anche qualcosa per i primi tre livelli, ma comprendo che sia un mio capriccio. Per la precisione troviamo: Armi, Scudi, Armature, Bastoni, Oggetti Indossati, Oggetti Tenuti, Oggetti Intelligenti, Artefatti, Consumabili e altro ancora.

Gli oggetti proposti sono davvero molto vari e originali. Nessuno sembra stato creato come riempitivo e tutti sono invece pregni di spunti interessanti. C’è davvero di tutto, dal bastone per comandare gli schiavi durante le costruzioni (reso utile anche in altri contesti), ad una frusta creata con la chitina di scarabei, fino ad una vera e propria piramide funeraria. I miei preferiti in assoluto sono però tre giare dedicate alla divinità felina; ognuna di esse ha un effetto specifico: sorvegliare un’area, placare i nemici e permettere dei preparativi giornalieri extra (ma bilanciati).

Proprio riguardo a ciò volevo spendere alcune parole; il bilanciamento dei contenuti è ottimo, permettendo un perfetto inserimento nel materiale ufficiale di PF2. Non era semplice unire idee fantasiose e per nulla banali con meccaniche solide, in grado di arricchire l’esperienza di gioco senza provocare sbilanciamenti; bravi Legendary Games, ci siete riusciti!

L’Estetica del Manuale

Il manuale è composto da 15 pagine di contenuto effettivo, racchiuse in una copertina morbida e caratterizzate da un’ottima qualità dei materiali. L’impaginazione è su doppia colonna, il classico formato da gioco di ruolo. Anche il font è semplice e funzionale, risultando perfettamente leggibile e in contrasto con lo sfondo.

Quest’ultimo ricorda molto la texture di un papiro, con decorazioni adeguate; una scelta molto gradevole e d’impatto visto il tema del manuale. Risulta anche essere un’ottima scelta per mettere in risalto le immagini, impreziosendo ulteriormente il lato artistico; come potete notare da quelle incluse in questa recensione, le illustrazioni di Treasury of the Pharaohs sono molto tematiche e decisamente ben realizzate. Inoltre sono raffigurati circa la metà degli oggetti proposti; non male!

Conclusioni della Recensione di Treasury of the Pharaohs

Voglio proporre un riflessione. Non si vedono spesso manuali stampati nonostante un numero di pagine così ridotto; gli autori avrebbero potuto creare solamente la versione digitale, ma si sono impegnati al fine di fornire un bel manuale da poter aggiungere alla propria libreria e da portare al tavolo da gioco. Un altro merito è quello di essere riusciti a proporlo ad un prezzo molto onesto. La professionalità non manca mai con Legendary Games!

Per concludere questa recensione di Treasury of the Pharaohs, ci tengo a specificare un’ovvietà: è un manuale ben realizzato, ma ovviamente lo consiglio solamente a chi voglia portare un tocco esotico ed egiziano nelle proprie campagne di PF2.

Se avete apprezzato questa recensione di Treasury of the Pharaohs, continuate a seguirci per scoprire nuovi manuali per PF2!
Latin American Monsters [ PF2 ] | Recensione

Latin American Monsters [ PF2 ] | Recensione

Voglio innanzitutto ringraziare Legendary Games per averci inviato una copia di Latin American Monsters per Pathfinder Seconda Edizione al fine di poter scrivere questa recensione.

Questo bestiario racchiude circa 120 creature, tutte provenienti dall’America Centrale e del Sud. Alcuni di essi sono animali realmente esistenti, tutti gli altri sono mostri appartenenti al folklore di quei territori; in particolare sono originari di Argentina, Bahamas, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Paraguay, Perù, Porto Rico e Venezuela. Ciò che ho veramente apprezzato è il coinvolgimento di svariati autori e artisti provenienti da quelle terre; una scelta che garantisce autenticità e un gran numero di dettagli interessanti per ogni creatura proposta.

Nel caso siate interessati all’acquisto, sappiate che Latin American Monsters per PF2 è disponibile sullo store di Legendary Games al costo di 20 $ (circa 20 €) nel formato digitale, 27 $ (circa 27 €) nella versione fisica e 30 $ (circa 30 €) per avere entrambe. Vi segnalo inoltre che il manuale è anche disponibile per PF1 e D&D5e. Se utilizzate il codice NDU10 al momento del pagamento, otterrete uno sconto del 10% sul vostro ordine!

Ora però non indugiamo oltre, tuffiamoci nei contenuti e iniziamo realmente questa recensione di Latin American Monsters!

La Struttura e i Contenuti del Manuale

Il bestiario è organizzato in maniera semplice e funzionale; tutto al suo interno è sistemato in maniera razionale e facile da consultare.

Prima di tutto, il manuale indica quali contenuti di PF2 sono stati utilizzati per crearlo e quali sono adatti, nella loro forma originale, per essere a tema con quanto proposto da Latin American Monsters.

Ho gradito molto il fatto che siano presenti un indice tradizionale e delle suddivisioni delle creature in base a differenti criteri (origine, tipo e livello).

La parte più sostanziosa del manuale però è ovviamente dedicata alle creature. Ognuna di esse vanta un’introduzione dettagliata con notizie di lore, uno statblock completo e originale ed un’illustrazione dedicata. Nessun mostro da’ l’impressione di “già visto” (forse tranne alcuni animali, ma è inevitabile); al contrario, ognuno di essi lascia trasparire tutta la passione e la competenza degli autori, garantendo un risultato finale di completa autenticità. Come anticipato all’inizio della recensione, le creature proposte da Latin American Monsters sono davvero tante; alcune di quelle che mi sono rimaste più impresse sono coloratissimi serpenti alati, spaventosi lama a due teste, formichieri arcobaleno pervasi di elettricità e colossali scheletri portatori di calamità per intere regioni.

Viste le origini dei mostri, trovo che alcuni di essi siano perfetti per espandere le possibilità offerte da Boricubos: The Lost Isles, un interessantissimo manuale a tema caraibico di Legendary Games che ho recensito.

Latin American Monsters si conclude con due appendici; la prima contiene due nuovi incantesimi, mentre la seconda spiega come pronunciare i nomi esotici presenti tra le sue pagine.

Recensione dell’Estetica di Latin American Monsters

L’impatto visivo di Latin American Monsters, come si può notare dalla immagini incluse in questa recensione, non è identico a quello dei manuali ufficiali di PF2 ma è comunque molto gradevole. Ogni pagina ha uno sfondo realizzato con uno stile vicino a quello degli acquerelli che varia tra il verde e il giallo; non è nulla di invasivo e rende anzi più piacevole sfogliare il manuale.

Su di esso sono poste tante belle illustrazioni, una per ogni mostro. Alcune sono leggermente più ispirate di altre, ma tutte rendono giustizia ai contenuti. La sensazione che mi hanno trasmesso, anche in questa occasione, è stata di attinenza al relativo folklore. Molto gradevole la copertina; non è rigida, ma con un manuale di poco più di 100 pagine è sufficiente.

L’impaginazione è semplice e funzionale; il testo si divide su due colonne, il font è chiaro e leggibile. A volte la semplicità paga.

Conclusioni della Recensione di Latin American Monsters

Per concludere questa recensione, posso dire che Latin American Monsters ha un obbiettivo molto preciso e lo svolge egregiamente. Acquistandolo avrete immediatamente accesso a tantissime creature del folklore del Centro e Sud America, perfette sia per avventure dedicate che per essere inserite in campagne di stampo più classico.

Se questi elementi stuzzicano la vostra fantasia, non posso far altro che consigliarvi questo manuale!

Se vi è piaciuta questa recensione di Latin American Monsters, continuate a seguirci per scoprire nuovi prodotti di Legendary Games!
Boricubos: The Lost Isles [ PF2 ] | Recensione

Boricubos: The Lost Isles [ PF2 ] | Recensione

Prima di iniziare questa recensione di Boricubos: The Lost Isles, vogliamo ringraziare Legendary Games per averci inviato una copia del manuale; si tratta di un manuale d’ambientazione per Pathfinder Seconda Edizione che introduce il folklore e i miti caraibici e portoricani. Al suo interno sono presenti contenuti di vario tipo: tante nuove opzioni per i personaggi, una lore profonda e dettagliata, nuovi equipaggiamenti, nuovi incantesimi e ben tre avventure introduttive.

Nel caso questo manuale catturi la vostra attenzione, vi segnalo che è disponibile sullo store ufficiale al costo di $19.99 (circa 18,50€) per la copia digitale, $39.99 (circa 37€) per quella fisica e $44.99 (circa 41,50€) per un bundle che le comprende entrambe. Se utilizzate il codice NDU10 al momento del pagamento, otterrete uno sconto del 10% sul vostro ordine!

L’autore di quest’opera è Miguel Colon, originario dei luoghi d’ispirazione per questi contenuti. Ho apprezzato molto questo dettaglio, perchè, partendo dall’introduzione, comunica una grandissima passione (e quindi cura) per quanto scritto. E solitamente è proprio dalla passione che nasce la qualità. Senza esitare oltre, apriamo dunque Boricubos: The Lost Isles e iniziamo questa recensione!

L’Ambientazione: l’Arcipelago di Boricubos

Tutti i nuovi elementi introdotti da questo manuale sono relativi ad un territorio ben preciso: l’arcipelago di Boricubos; una mappa ci mostra le isole che lo compongono e l’oceano che lambisce le coste di ognuna di esse. Questi territori sono abbastanza ampi da costituire un mondo di gioco a sè stante; allo stesso modo, grazie alla sua ricca eterogeneità, può tranquillamente essere inserito in una qualsiasi ambientazione di PF2.

L’arcipelago comprende vari territori tipici di un paesaggio tropicale; si possono trovare infatti giungle, vulcani, baie, accampamenti tribali e luoghi sacri. Come é facile intuire, la maggior parte dei luoghi interessanti è composto per lo più da elementi naturali. Ogni isola principale però è caratterizzata in modo da renderla interessante e differente dalle altre. Sono poi presenti anche descrizioni più dettagliate per il Game Master delle varie locazioni (note e segrete), comprensive di nomi dei PNG principali e dettagli utili per dar profondità a ogni avventura ambientata in questi luoghi, ma per evitare spoiler non dirò altro.

Le minacce che generano azione e spezzano la tranquillità di questo luogo sono anche (principalmente) naturali. Una Piaga sta colpendo la natura di queste terre. La fauna locale è pericolosa, sia quella di terra che quella nell’oceano. Gli abitanti, oltre ad essere in conflitto, devono sapersi difendere da queste minacce (e dagli eventuali colonizzatori esterni), o entrare in sintonia con le divinità specifiche di questi luoghi per ottenere protezione e sostegno. Gli dei di Boricubos sono fortemente legati alle forze naturali che da sempre hanno influenzato la vita dei popoli: l’oceano, il vulcano, le tempeste, la luna e altre ancora. Essi però sono entità attive e, con i loro conflitti, condizionano la vita degli abitanti.

I popoli tipici di questa ambientazione sono un elemento fondante della sua unicità. Scopriamoli!

I Protagonisti: le Nuove Stirpi

Gli Anabagua sono piccole e antiche piante antropomorfe create dagli dei a immagine della flora per diffondere la vita su queste terre; hanno conservato capacità che ricordano questo loro potere sulla vita, tra cui quella di assorbire l’energia vitale delle creature. Ve ne sono vari tipi: acquatici, antichi, simili a piante carnivore o addirittura colpiti dalla Piaga.

I Baracúden sono umanoidi anfibi con fattezze da pesce, fieri e potenti; vivono in città sottomarine e cercano di proteggere il proprio popolo e gli altri abitanti dell’arcipelago dalle minacce che giungono dagli abissi. Le loro varianti derivano principalmente da quanto vicino o lontano dalla terraferma vivano, mutando di conseguenza alcune caratteristiche fisiche. Molte delle capacità che possono acquisire li rendono pericolosi cacciatori a proprio agio tra le onde.

I Coquían sono piccoli umanoidi con alcuni tratti in comune con le rane; le varianti e le loro capacità sono molto legate a questi animali. Fungono spesso da guide per gli spiriti dei morti, per i quali creano dei feticci chiamati Zemi.

Gli Hurákan sono gli abitanti giunti più recentemente nell’arcipelago; sono elementali nati dalle divinità degli oceani e delle tempeste, di cui ne conservano le caratteristiche e dai quali sorgono le loro capacità specifiche.

Gli Iguaca sono orgogliosi uccelli tropicali antropomorfi, naturalmente dotati nelle strategie militari e negli studi magici. Il loro piumaggio differenzia alcune loro caratteristiche e sono dotati di ali che, una volta sviluppate, permettono di volare.

I Taínem sono gli umani nativi dell’arcipelago, oltre che la popolazione maggiormente diffusa; sanno adattarsi molto bene a dove vivono, sviluppando di conseguenza capacità utili.

I Wolákan sono esseri elementali di terra e fuoco, che incarnano la potenza distruttiva dei vulcani e le capacità costruttive degli artigiani; questi ambiti influenzano la loro natura.

Recensione delle Nuove Opzioni per i Personaggi di Boricubos: The Lost Isles

E proprio gli abitanti dell’arcipelago costituiscono la prima serie di nuove opzioni per i personaggi; in Boricubos: The Lost Isles sono infatti presenti 7 nuove Stirpi, ognuna con una grandissima varietà di Lignaggi e Talenti di Stirpe specifici (che non elencheremo tutti in questa recensione); inoltre sono anche caratterizzate con descrizione, storia, società, relazioni con altri popoli, abitudini, nomi, spunti narrativi, fede e allineamento tipici.

Sono poi presenti nuove opzioni e nuovi percorsi per le Classi disponibili sui manuali ufficiali di PF2; e mi riferisco sia a quelle del manuale base, che a quelle della Guida del Giocatore, che quelle contenuti in Secrets of Magic. Un esempio della qualità di queste aggiunte è il nuovo materiale per il Barbaro; questo combattente fa derivare la propria forza da un determinato tipo di orrori marini e grazie ad essi sviluppa capacità legate al combattimento subacqueo. Sono tutte novità molto a tema; consiglio di provarle, ma non devono per forza sostituire le opzioni del manuale base.

E’ anche presente una Classe totalmente nuova: lo Sciamano. Si tratta di un incantatore preparato molto particolare ed esperto nel gestire gli spiriti, siano essi naturali o dei morti. Le sue specializzazioni sono intriganti (Animismo, Tramite e Medium), ma quello che più ho apprezzato è la possibilità di scegliere tra due tradizioni magiche differenti ma altrettanto a tema: Occulta e Primeva; assieme a Fattucchiere, Stregone ed Evocatore costituisce quel meraviglioso gruppo di classi che adatta i propri poteri in base alla fonte. Il concetto attorno alla quale ruota la Classe è la Trance; il personaggio perde momentaneamente la possibilità di lanciare i suoi incantesimi per poter utilizzare quelli forniti dagli spiriti a lui legati.

Infine troviamo nuovi Archetipi a tema, utilizzabili (prerequisiti permettendo) da qualsiasi personaggio.

Recensione dei Nuovi Strumenti per il Master di Boricubos: The Lost Isles

Anche i narratori possono trovare tanto materiale utile in questo manuale. Prima di tutto vengono aggiunti molti nuovi incantesimi di tutte e quattro le tradizioni, oltre ad alcuni incantesimi Focus. Tra Brezza Protettiva, Aspetto della Rana, Furia Ancestrale e tanti altri, rimaniamo sempre molto legati all’ambientazione tropicale.

Le nuove aggiunte all’equipaggiamento sono molto ricche e, a mio avviso, incredibilmente utili per ricreare l’atmosfera giusta. Chi venderebbe un’armatura di piastre in cambio monete d’oro su un’isola tropicale? Per questa ragione cambia la valuta: qua si parla di Red Shells, ovvero Conchiglie Rosse. Spenderle darà accesso ad armi e armature originali che ricoprono le necessità meccaniche per apprezzare al meglio il sistema di PF2, contestualizzando però i contenuti all’arcipelago di Boricubos. Troviamo quindi armature di legno di palma, armature di ossa indurite, scudi di corallo e tanto altro ancora. Gli oggetti magici (Monouso, Armi, Armature, Oggetti Tenuti, Oggetti Indossati, Bastoni e Rune) sono più classici, ma non per questo meno interessanti; ora qualsiasi mio personaggio desidera la maschera magica di un boggard con la lingua estendibile!

Il manuale propone poi un bestiario e una galleria di PNG importanti e utilizzabili in qualsiasi avventura nell’arcipelago. Le creature non sono tantissime (stiamo parlando di una trentina in generale) ma tutte quelle presenti aggiungono qualcosa di prezioso all’ambientazione.

Ho anche apprezzato un paio di ulteriori dettagli che denotano la passione messa in questo lavoro; sono infatti presenti un elenco di nomi di luoghi da poter utilizzare per rimanere a tema con il resto del materiale e un’appendice che spiega come pronunciare le parole che derivano dalla lingua d’origine di questo folklore. Non stiamo parlando di meccaniche, ma sono elementi che possono favorire molto l’immersione.

Pronti per Salpare all’Avventura?

Boricubos: The Lost Isles propone anche tre avventure introduttive già pronte e non potevo non parlarvene in questa recensione. Ognuna di esse occupa tra le 6 e le 8 pagine e questo mostra come siano pensate per essere giocate in poche sessioni; dopotutto il loro scopo principale è quello di presentare l’ambientazione e il nuovo materiale, e in questo riescono alla grande. Apprezzabile anche il fatto che siano pensate per livelli differenti; sono concepite rispettivamente per personaggi di livello 4, 3 e 16. Eccovi i temi trattati in ognuna di esse, ovviamente evitando sempre di farvi degli spoiler:

  • Il Profeta della Perdizione: i personaggi devono scortare al sicuro dei rifugiati stanziati su una piccola e pericolosa isola; prima di potersene andare però uno di essi impazzisce e rischia di mettere in pericolo tutti quanti.
  • Sei Giorni al Sacrificio: i personaggi devono portare in salvo alcuni abitanti rapiti da fanatici religiosi e nel farlo si renderanno conto che in alcune zone la gente sta iniziando a scomparire.
  • Ossa Antiche: i personaggi devono prima trovare e poi mettere al sicuro lo scheletro di un antico drago che sta attirando le attenzioni di fin troppe genti, generando un clima di tensione nell’arcipelago.

Recensione dell’Estetica di Boricubos: The Lost Isles

Questo è sicuramente l’aspetto più discutibile di Boricubos: The Lost Isles, ma in questa sezione della mia recensione cercherò di fare chiarezza a riguardo.

Iniziamo dagli aspetti positivi: le illustrazioni sono ben realizzate ed esprimono perfettamente l’atmosfera che questa ambientazione vuole ricreare. Siano esse di creature, luoghi, mappe, oggetti o quant’altro, le ho trovate sempre interessanti, un valore aggiunto al testo.

Passiamo ora agli aspetti meno piacevoli. Si tratta di un manuale di più di 200 pagine colme di contenuti, ma purtroppo la leggibilità e l’impaginazione non sempre sono gradevoli. L’opera si discosta dallo stile dei manuali ufficiali di PF2 e questo per me risulta un difetto. Il font del testo è un po’ troppo grande, quello dei titoli in certi frangenti risulta poco leggibile. Il colore di fondo ha delle sfumature che a lungo andare possono risultare fastidiose. Sono presenti alcuni riquadri, ma risultano un po’ troppo sbiaditi e a volte il testo al loro interno non è centrato, sovrapponendosi con i bordi; anche l’indice soffre di un problema simile, ma personalmente ritengo che il problema sia, come citato precedentemente, il font scelto per i titoli. Avrei inoltre ritenuto più comodo numerare i capitoli, in modo da poterli esplorare più agevolmente.

Questi difetti non compromettono la qualità dei contenuti, ma è un vero peccato vederli. Uno stile più affine ai manuali ufficiali di PF2 (o anche solo ad altre opere di Legendary Games) avrebbe reso giustizia alla passione che si respira in ogni argomento proposto. Una copertina rigida sarebbe poi stata un’aggiunta preziosa per un manuale simile; avrei pagato un prezzo più elevato, a patto di vedere sistemati questi aspetti.

Conclusioni della Recensione di Boricubos: The Lost Isles

Escludendo quanto detto nell’ultimo paragrafo di questa recensione, Boricubos: The Lost Isles è un prodotto validissimo, che introduce una grande quantità di nuovo materiale per PF2. Sebbene si possano inserire in qualsiasi contesto (anche nell’ambientazione ufficiale di Golarion), ritengo che il modo migliore per apprezzare questi contenuti sia di giocarli senza mischiarli con altre influenze. In questo modo si può respirare a pieni polmoni un folklore incredibilmente affascinante e fin troppo poco sfruttato.

Alla base di queste sensazioni, c’è una passione enorme da parte dell’autore. Da ogni pagina traspare quanto il suo intento sia quello di condividere qualcosa di intimo e meraviglioso con chiunque legga il manuale; sono felicissimo di poter affermare che è riuscito pienamente in questo intento. Non vi troverete davanti ad un elenco di nozioni e meccaniche, ma ad un arcipelago vivo e pieno di fascino. E al lato romantico si aggiunge anche una conoscenza e un utilizzo magistrale del sistema di gioco di PF2.

Per queste ragioni mi sento di consigliare senza dubbi Boricubos: The Lost Isles a chiunque voglia sfruttare il sistema di PF2 per vivere avventure tropicali e diverse dal fantasy classico, avendo in un unico manuale tutto il materiale per farlo in maniera approfondita e verosimile.

Se avete apprezzato questa recensione di Boricubos: The Lost Isles, continuate a seguirci per conoscere altri prodotti per PF2!

Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos [ PF2 ] | Recensione

Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos [ PF2 ] | Recensione

Prima di tutto ci tengo a ringraziare Petersen Games per averci mandato una copia di Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos per Pathfinder Seconda Edizione al fine di poter scrivere questa recensione.

I racconti di H. P. Lovecraft fanno oramai parte dell’immaginario comune della maggior parte dei giocatori di ruolo. Gli orrori cosmici hanno già fatto la loro comparsa in tantissimi GdR, oltre ad averne alcuni completamente dedicati ad essi. I motivi sono molteplici; questi racconti hanno saputo rivoluzionare il concetto di horror, influenzando opere in tantissimi ambiti (film, serie TV, videogiochi, librigame e, appunto, giochi di ruolo). Se i veri protagonisti dell’immaginario lovecraftiano solitamente hanno un aspetto misterioso se non addirittura indescrivibile, in questa recensione vedremo come Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos ha saputo dare loro una forma (e delle caratteristiche numeriche).

Per maggiore chiarezza, specifico che questo manuale è un supplemento e per poter essere sfruttato è necessario almeno il manuale base di PF2.

Per chi fosse interessato, questo manuale è disponibile sullo store ufficiale di Petersen Games al prezzo di 19.99 $ (circa 18 €) nella sua forma digitale; quella fisica invece si può acqusitare per 59.99 $ (circa 58 €). Vi segnalo inoltre che è anche disponibile per altri sistemi di gioco; nello specifico è stato realizzato anche per D&D5e e per Uno Sguardo nel Buio. In italiano al momento è solamente possibile trovare la versione per Dungeons and Dragons.

Questo volume non rappresenta però una semplice trasposizione delle altre versioni; andiamo dunque a scoprire in questa recensione i nuovi contenuti all’interno dell’edizione per PF2 di Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos!

Non Esiste Horror senza la Giusta Atmosfera…

Il manuale si apre con un’interessante analisi del genere horror; si parla delle sue caratteristiche imprescindibili e di come evitare di trasformare un’avventura spaventosa in una caccia al “mostro brutto”. Ovviamente essere degli avventurieri cambia le carte in tavola; dopotutto non si può pensare di avere lo stesso senso di smarrimento di un comune cittadino che viene gettato tra i tentacoli degli Antichi. Questo non preclude però la possibilità di rabbrividire, se si imposta la sessione nel modo giusto.

A tal scopo ho trovato molto utili tre regole citate (e contestualizzate) dall’autore di questo manuale e originariamente scritte all’inizio del ventesimo secolo da M. R. James:

  • Non spezzare la narrazione; i termini tecnici vanno pensati, non esplicitati. Descrivere un effetto comunicando solamente l’esito che interessa al giocatore è molto più efficace di spiegare apertamente la regola.
  • Rendi gli avversari inquietanti e profondi. I nemici non devono essere delle semplici riserve di Punti Ferita da azzerare, ma delle entità con delle motivazioni e degli istinti ben precisi… E spesso destabilizzanti. Anche dopo aver conosciuto una creatura del Mito (e magarla averla resa addirittura amichevole), i giocatori dovranno sempre avere il sospetto che possa nascondere qualcosa o che un aspetto deviato della sua natura possa avere il sopravvento.
  • Utilizza un’ambientazione familiare ai giocatori e riusciranno ad vivere in maniera più profonda gli eventi narrati. Un mostruoso pericolo a pochi passi da un luogo a loro sicuro incide di più rispetto ad un nemico disperso in una terra desolata dall’altra parte del regno.

Personalmente ho trovato questi consigli molto utili e li utilizzerò in qualsiasi avventura horror che avrò occasione di narrare. Vi anticipo inoltre che tra le pagine del manuale sono sparsi molti altri consigli utili relativi a tematiche disparate.

…E la Giusta Atmosfera E’ Supportata da una Lore Profonda

Ben 150 pagine del manuale sono dedicate a sviscerare le entità venerate e i culti del mito. Si tratta di descrizioni chiare e dettagliate, dense di contenuti per dare maggiore profondità alla narrazione. Questi elementi sono molto fedeli ai romanzi da cui sono tratti e ne riescono a rievocare le emozioni e i brividi.

La descrizione dei vari culti non ha tabelle o schemi riassuntivi comuni, ma presenta (in paragrafi divisi tematicamente) le caratteristiche principali della fede; esse possono comprendere i campi di competenza, le manifestazioni materiali, le capacità uniche e tanto altro. L’unico paragrafo che non manca mai è quello dei tesori, ovvero di cosa quei determinati cultisti potrebbero possedere. I culti sono davvero tantissimi e tra i più conosciuti ci sono ad esempio quelli dedicati a Cthulhu e al Segno Giallo.

E’ anche presente un’utile presentazione delle culture specifiche dell’ambientazione. Ogni master troverà estremamente utile sapere come funzionano le società dei Deep One, dei Tcho-Tcho e di altri ancora; sono inoltre mostrati i legami tra i miti e le stirpi più comuni del manuale base di PF2 (elfi, nani, goblin, gnomi…).

Quello che segue è però la mia parte preferita dell’ambientazione proposta in Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos. Prima di tutto vengono spiegate le differenti categorie di creature aliene che possono tranquillamente fungere da divinità (i Grandi Antichi, gli Dei Esterni,…). Poi si passa a quello che davvero può costituire un avvenimento indimenticabile in una campagna: la manifestazione di una di queste entità. Esse sanno proiettare una parte di sè tra i mortali, generando reazioni tra chiunque sia presente; in generale si tratta di effetti potenti e devastanti, ma i loro fedeli potrebbero avere delle belle sorprese.

Recensione delle Nuove Meccaniche di Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos

Sarebbe un vero peccato se questa intrigante atmosfera rimanesse “solo” la tela su cui dar vita alle sessioni; per fortuna l’autore del manuale ha fatto in modo di trasformare ogni elemento utile in una meccanica, arricchendo il sistema di gioco con elementi specifici ed efficaci.

Due colonne portanti di Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos sono il Terrore e la Follia. Il primo rappresenta i traumi mentali dovuti all’incontro con entità del mito, poteri occulti o accadimenti affini. Si misura con un valore che più sarà alto, e più il personaggio perderà controllo e freddezza; nella sua forma più leggera rende inquieti, negli stadi più gravi può far fuggire o paralizzare sul posto. In alcuni casi può anche condurre al secondo pilastro precedentemente citato: la Follia. In termini di gioco, questa rappresenta qualcosa di molto simile ad una malattia magica; ha infatti degli stadi che possono migliorare o peggiorare e produce effetti a lungo termine sulla psiche del personaggio (come ossessioni, paranoia e addirittura istinti omicidi).

Un menzione particolare va poi fatta per le Terre del Sogno, ovvero un piano di esistenza che rappresenta il mondo onirico. Questo aspetto è trattato con particolare cura; sono nominate le modalità per accedervi, le meccaniche relative alla permanenza, i suoi abitanti e cosa accade in caso di morte al suo interno. Ecco un’altra conferma del fatto che l’autore non abbia voluto dare solo un “manuale al gusto di Cthulhu”, ma un’opera completa per vivere questo universo narrativo in maniera profonda e immersiva.

Recensione dell’Altro Materiale per i Game Master di Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos

Oltre alle entità trattate nei paragrafi precedenti di questa recensione, Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos propone anche un bestiario; le creature contenute rendono gli incontri diversi rispetto a quelli del fantasy classico e maggiormente tematici. La varietà non manca; ci troviamo infatti di fronte a 150 pagine colme di mostri inquietanti, equilibrati e ben strutturati. Essi presentano molte abilità uniche, che sfruttano perfettamente le meccaniche proprie di questo manuale; non ho mai avuto la sensazione di scoprire creature con poco carattere o che sembrino il reskin di altre già esistenti. Una nota di merito va fatta alla gestione dei relativi linguaggi.

Un’altra aggiunta interessante sono vari nuovi oggetti a tema, magici e non. Per essere preciso, il manuale introduce oggetti alchemici, tecnologia aliena, artefatti, innesti, materiali, trappole e testi del mito. Personalmente li ritengo tutti utili e interessanti, ma ho apprezzato particolarmente la tecnologia aliena (che rappresenta alla perfezione culture esterne al classico mondo di gioco), gli innesti (che permettono di modificare un organismo in maniera macabra e bizzarra) e i testi del mito (che possono aiutare a introdurre elementi specifici dell’ambientazione, oltre a fornire ottimi spunti di trama).

L’ultimo capitolo del manuale è dedicato a Silence from Sommerisk, un’avventura introduttiva pensata per personaggi di primo livello, ma adattabile a qualsiasi altro livello grazie alla indicazioni contenute. Come è facile (e giusto) aspettarsi, nasce come pretesto per poter mostrare come utilizzare correttamente la mole di materiale introdotto; in ogni caso non finisce per assumere toni eccessivamente didascalici, rimanendo un’avventura intrigante da affrontare. Come al solito non voglio fare spoiler, ma la trama mi è piaciuta; nasce come una semplice ricerca di persone scomparse, ma ben presto assume toni ben più oscuri e pericolosi.

Recensione delle Opzioni per i Personaggi in Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos

Se finora in questa recensione vi ho parlato principalmente degli elementi utili al Game Master, ora voglio appagare anche la curiosità degli altri giocatori. Le sorprese iniziano già in fase di creazione del personaggio!

Il manuale introduce infatti nuove Stirpi giocabili: Ghoul, Gnor, Zoog e i Gatti delle Terre dei Sogni. Ebbene sì, avete letto bene: potete giocare un gatto con poteri soprannaturali; so che la recensione potrebbe concludersi qua, ma mi sembra doveroso presentare il resto del materiale. Ogni Stirpe ha a disposizione vari Lignaggi specifici e un gran numero di Talenti di Stirpe, rendendole altamente personalizzabili con il passare dei livelli. Come se non bastasse, sono anche presenti tre Lignaggi Versatili: Deep One Hybrid, Leng Folk e Tcho-Tcho, applicabili ovviamente a qualsiasi Stirpe. Per completare il quadro, sono anche disponibili vari Background a tema con l’ambientazione.

Non sono presenti nuove Classi, ma ognuna di quelle presenti sul manuale base di PF2 riceve maggiori opzioni; si possono ad esempio giocare Barbari con l’Istinto del Delirio e Bardi con la Musa del Simbolismo Alieno, tutti con una miriade di Talenti di Classe dedicati. Sono presenti Archetipi riservati a personaggi con determinate Stirpi, come il Cacciatore di Ulthar o lo Psicofago. Ci sono poi numerosi Talenti di Abilità e Generici, accessibili liberamente a qualsiasi PG che ne soddisfi i requisiti. Infine ho apprezzato molto l’introduzione di Famigli e Compagni Animali speciali; chi non desidera un cervello in un cilindro di vetro come amico?

Infine sono anche presenti moltissimi nuovi Incantesimi, suddivisi tra le quattro Tradizioni Magiche. Tra essi troviamo anche Incantesimi Focus (suddivisi per Classe) e Rituali; questi ultimi sono quelli che ho trovato più interessanti, anche perchè ne viene introdotta una variante molto particolare: i Rituali Cosmici.

Recensione dell’Estetica e dell’Arte di Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos

Questo manuale è colossale. Stiamo parlando di circa 570 pagine impaginate su doppia colonna, con font classico. Lo stile in generale risulta anche molto tradizionale, ma in senso positivo. Le pagine hanno un leggero color pergamena, che si sposa perfettamente con l’altro colore dominante: un verdone che ricorda immediatamente il grande Cthulhu. Le decorazioni a bordo pagina risultano piacevolissime; sia per la scelta cromatica che oscilla tra il marrone e il grigio con inserti verdi, sia per i soggetti inseriti; versioni stilizzate di occhi, tentacoli, teschi e dello stesso Cthulhu donano un colpo d’occhio davvero notevole.

“Notevole” non è invece un aggettivo minimamente sufficiente per l’arte di questo manuale. Come avrete già potuto ammirare dalle immagini incluse in questa recensione, le illustrazioni di Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos sono stupende ed evocative. E sono davvero tantissime (con anche alcune aggiunte rispetto alle altre edizioni del manuale). La qualità è elevatissima e ognuna di esse è perfettamente a tema con le pagine in cui è inserita; non ho mai avuto l’impressione che fossero riempitivi, ma preziosi abbellimenti per un’opera che non vuole mostrare carenze sotto nessun aspetto.

Conclusioni della Recensione di Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos

Effettivamente nulla mi ha deluso in questo manuale. Ovviamente il mio amore per Pathfinder Seconda Edizione e per i racconti lovecraftiani hanno giocato un ruolo importante in questa valutazione; ma anche rimanendo il più oggettivo possibile, mi sento di dire di avere tra le mani un vero capolavoro. Forse anche perchè in ogni sua pagina ho percepito lo stesso mio amore e la stessa passione; e quando un lavoro si basa su questi princìpi, allora parte già con il piede giusto. L’incredibile successo ottenuto dalle altre versioni di questo manuale ne è una riconferma.

Se vi state chiedendo quale conoscenza delle opere di Lovecraft è necessaria per apprezzare questo manuale, sappiate che è adatto a tutti. Se si ha voglia di conoscere a fondo quella mitologia, o se già si conosce e si vuole vivere un’avventura che la sfrutti a pieno, allora questo manuale è perfetto. Volendo si possono anche prendere solo alcuni suoi elementi per inserirli in altre campagne; dopotutto anche le meccaniche contenute sono validissime.

Per concludere questa recensione posso solo dire che, se vi piacciono i miti di Cthulhu e PF2, Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos è un manuale che non si può non avere.

Se vi è piaciuta questa recensione di Sandy Petersen’s Cthulhu Mythos, continuate a seguirci per scoprire altri prodotti per PF2!

How to RPG with Your Cat | Recensione

How to RPG with Your Cat | Recensione

Ci tengo a ringraziare Oddfish Games per averci mandato una copia di How to RPG with Your Cat al fine di poter scrivere questa recensione. In breve si può dire che questo manuale (in lingua inglese) trasporta i nostri amici felini nelle nostre sessioni di gioco di ruolo.

Questo manuale è nato grazie ad una campagna Kickstarter di successo, che ha raccolto i fondi richiesti in sole 48 ore.

Cosa Aspettarsi da Questa Recensione di How to RPG with Your Cat

Cerchiamo di inquadrare How to RPG with Your Cat in poche parole: in questa recensione vi spiegherò come i nostri reali gatti possono diventare i protagonisti (o comunque dei partecipanti) dei nostri GdR. Ho trovato molto romantica l’introduzione di questo manuale; questo prodotto nasce con una verità assoluta: giocare di ruolo con un felino nelle vicinanze significa stuzzicare la sua curiosità e attirarlo. Questo manuale vuole dare un significato a questo suo interesse, rendendolo parte della narrazione. Potrebbe essere un personaggio a sè stante (se non l’unico personaggio), il compagno animale o famiglio di un PG già esistente o addirittura un temibile nemico da fronteggiare. In ogni caso il suo modo di comportarsi nella vita reale corrisponde a delle azioni nel mondo di gioco; questo manuale è la chiave per “tradurre” il suo linguaggio.

Ho trovato anche altri deliziosi elementi introduttivi.

Prima di tutto c’è una doverosa avvertenza: le indicazioni incluse nel manuale sono generiche, ma bisogna fare attenzione che non creino problemi al proprio animale domestico per via di qualche sua patologia (invitando anche a consultare il proprio veterinario nel caso si abbia il dubbio); può sembrare una sciocchezza, ma è bello constatare che il manuale non punta a “sfruttare” il gatto per le risate dei giocatori, ma tenta di dare un sano divertimento a entrambi.

C’è poi anche una nota molto carina dedicata ai “lettori felini”, nella quale viene ironicamente spiegato loro come distinguere l’insorgere della “malattia da GdR” (in senso positivo) nei loro umani.


Istruzioni per i Game Meowster: la Narrazione

Il manuale prosegue poi con una sezione dedicata alla gestione della narrazione. Prima di tutto il discorso è affrontato in maniera molto particolareggiata, risultando quasi una lettura su “come masterare in un GdR“. Personalmente ho trovato molto utile questa sezione, non un riempitivo; visto il tipo di prodotto, potrebbe essere un buon modo per avvicinare nuove persone (da leggersi “i gattari”) al mondo dei giochi di ruolo. Tenendo questo a mente, è comodo pensare di poter acquistare un manuale e trovare al suo interno tutto il necessario.

Allo stesso tempo, però, gli autori non hanno tralasciato che un gran numero di giocatori di ruolo appartiene già alla categoria dei gattari; alla fine del manuale di How to RPG with Your Cat sono infatti presenti alcune tabelle per applicare le meccaniche incluse (di cui parleremo nei prossimi paragrafi di questa recensione) anche ad altri famosi giochi di ruolo (D&D5e, Pathfinder Second Edition, Pathfinder, World of Darkness, Savage Worlds, Fate, Call of Cthulhu, Mouse Guard e CATaclysm).

Nel manuale sono presenti tante idee, ma manca un’avventura introduttiva. E’ vero che può essere sfruttato anche con altri sistemi, ma ammetto che avrei preferito leggere una (seppur breve) avventura per provare i contenuti senza aver bisogno di altre risorse (o di doverne creare una).

Istruzione per i GioCATtori: i Personaggi

E’ strano scrivere la recensione di un manuale che non spiega ai lettori come creare i propri personaggi, ma How to RPG with Your Cat è anche questo; i PG da creare sono infatti gli alter ego ruolistici dei gatti.

Come in molti giochi di ruolo classici, tutte le annotazioni vanno prese su una scheda del personaggio dedicata, anche questa a tema felino (le varie sezioni formano letteralmente il muso di un gatto). Si annota il Nome e si passa subito agli aspetti più tecnici.

La Razza del personaggio non sarà necessariamente un felino. Il nostro animale domestico può anche interpretare un classico personaggio del mondo di gioco; sgridereste ancora il tenero Biscotto quando impersona un orco alto due metri?

Il Background rappresenta semplicemente il suo passato e cosa l’ha portato ad essere ciò che è ora.

La Classe rappresenta esattamente quello che ci si potrebbe aspettare da un GdR fantasy (Barbaro, Bardo, Chierico, Druido, Guerriero, Monaco, Paladino, Ranger, Ladro, Stregone, Warlock, Mago). Donando anche un successo automatico in una determinata abilità, è consigliato scegliere una classe che rappresenti caratterialmente il proprio amico a quattro zampe. A questo scopo ognuna di esse è presentata attraverso alcune frasi indicative e ad un’illustrazione.

Gli Effetti Permanenti sono un insieme di tratti vantaggiosi e svantaggiosi (in egual numero) che lo contraddistinguono. Possono essere incantesimi da utilizzare una volta al giorno o capacità passive.

All’appello mancano solamente Effetti Temporanei (come status alterati), Punti vita ed Equipaggiamento. Questi elementi sono ovviamente più variabili e dipendono dal sistema di gioco.

Recensione delle Meccaniche di Gioco di How to RPG with Your Cat

Il cuore delle meccaniche di How to RPG with Your Cat che andremo ad analizzare in questa recensione è solamente uno: l’utilizzo di Strumenti. Il manuale stesso consiglia di tenerseli a portata prima di iniziare a giocare, in modo da non dover poi interrompere la narrazione. I più comuni sono: un filo, un tappo, un laser (o una torcia elettrica), un libro, una spazzola, uno specchio, una piuma, del cibo, un dispositivo elettronico, un dado e tanto altro ancora. Il motivo è molto semplice: quando il gatto deve effettuare una prova, va fatto interagire con lo Strumento adeguato; in base al suo comportamento si capirà il comportamento del suo personaggio.

Il manuale contiene una corposa lista di prove che il personaggio potrebbe dover effettuare (attacchi, tiri salvezza, abilità,…) e per ognuna di esse propone una spiegazione, uno Strumento da usare, una tabella per interpretare il risultato, un esempio e una simpatica illustrazione. Questa sezione occupa la maggior parte del manuale e rappresenta, di fatto, l’idea alla base del progetto.

Per tutte le altre prove generiche, la soluzione è semplice: una Prova Alternativa! Si posa un dado a dieci facce, si fa in modo che il gatto lo “lanci” e si confronta l’esito con una pratica tabella.

Recensione del Manuale di How to RPG with Your Cat

Il manuale è composto da 123 pagine e da una copertina flessibile.

Il font è classico e molto leggibile sebbene, a mio parere, fin troppo grande. Una critica simile si può muovere anche contro l’impaginazione a singola colonna. Viste le dimensioni del font non risulta pesante, ma certamente un po’ spartana. Grandi pagine bianche, con testo nero eccessivamente distanziato (con conseguenti spazi vuoti) e tabelle molto basilari; è tutto funzionale, ma sarebbe stato bello vedere qualcosa di leggermente più elaborato.

Per fortuna delle simpatiche e carine illustrazioni (di cui potete trovare vari esempi in questa recensione) vengono in soccorso del lettore, rendendo molto più piacevole e semplice l’utilizzo di How to RPG with Your Cat. Non fraintendetemi, anche queste sono molto semplici, ma in questo caso la semplicità è un pregio che esalta il tono leggero che vuole avere questo prodotto. Le illustrazioni interne al manuale sono in bianco e nero, mentre la copertina è a colori. L’unica cosa che non ho apprezzato a riguardo è la ripetizione di alcune di esse.

Considerazioni Finali della Recensione di How to RPG with Your Cat

E’ ora giunto il momento di tirare le somme di questa recensione di How to RPG with Your Cat.

Questo manuale non è essenziale per nessun gioco di ruolo, ma è un valore aggiunto nel caso amiate i gatti e vogliate rendere completamente nuova l’esperienza di gioco. Non volete più urlare dietro ai gatti che vi fanno cadere le miniature dal bordo del tavolo? Semplice, fate in modo che quei loro gesti acquisiscano un significato. Questo ovviamente lo rende pienamente fruibile solo nelle giocate dal vivo; vedere attraverso una webcam le imprese dei felini non è la stessa cosa.

Il taglio estetico dell’opera tende verso l’amatoriale, ma questo non significa affatto una mancanza di qualità. La semplicità del manuale lo rende piacevole e leggero da affrontare, soprattutto poichè coadiuvato da immagini buffe e un tono di scrittura molto ironico. Personalmente ho adorato quest’ultimo aspetto, che mi ha permesso di divorare il manuale in davvero poco tempo.

In definitiva, se amate i gatti e volete farvi qualche avventura al loro fianco (o con loro come protagonisti), non esitate: How to RPG with Your Cat fa al caso vostro!

Se avete apprezzato questa recensione di How to RPG with Your Cat, continuate a seguirci per scoprire sempre nuovi giochi di ruolo!
Presagi Perduti: Divinità e Magia [ PF2 ] : Recensione

Presagi Perduti: Divinità e Magia [ PF2 ] : Recensione

Prima di tutto voglio ringraziare Giochi Uniti per averci inviato una copia di Presagi Perduti: Divinità e Magia per PF2 al fine di poter scrivere questa recensione. Nel caso vogliate acquistare il manuale, lo potete trovare in copia fisica sul loro sito ufficiale al prezzo di 34,99 €.

Vi ricordiamo inoltre che questo manuale è un supplemento per Pathfinder Seconda Edizione e per questo motivo è necessario possedere anche il manuale base (di cui ho anche scritto una recensione contenente i link necessari per acquistarlo).

Per riassumere cosa troverete all’interno della recensione e di Presagi Perduti: Divinità e Magia per PF2, il manuale racchiude una miriade di notizie sulle fedi principali di Golarion, su chi le professa e come, sugli attrezzi del mestiere e, per non farsi mancare nulla, sono anche presenti nuove opzioni per i personaggi.

Tutti gli Dei più Uno

Dopo un’introduzione generale sul concetto di fede all’interno del mondo di gioco, il manuale parte presentando gli dei del Mare Interno, ovvero le fedi principali del mondo di gioco. Queste figure mi hanno sempre affascinato poichè, sebbene non siano tutte originalissime, sanno rievocare le sensazioni che si cercano da una divinità in un mondo fantasy, senza però rinunciare a qualche tocco di colore. Possiamo così trovare Iomedae, l’Erede, una condottiera mortala ascesa al grado divino in seguito ad una sacra crociata; ma anche Cayden, un mortale divenuto dio durante una notte di baldoria. A queste si aggiungono anche e ovviamente figure meno positive come Asmodeus, il Principe delle Tenebre, primo degli Arcidiavoli. Il gioco riprende le divinità di PF1 e le fa evolvere con gli eventi del mondo, dando continuità all’ambientazione.

Ogni essere divino principale ha una scheda accurata; vi possiamo trovare nome, epiteti, reame, alleati, nemici, templi, adoratori, animale e colori sacri, caratteristica divina, domini alternativi, aforismi, intercessioni divine (benefici e maledizioni) e un’ampia ed esauriente descrizione. Ammetto che non mi sarei immaginato un’analisi tanto approfondita; a fine lettura non ho sentito la mancanza di alcuna informazione.

Come noterete da questa recensione di Presagi Perduti: Divinità e Magia per PF2, la varietà è davvero tanta. Il manuale prosegue poi con altri esseri divini di varia natura; ci sono semidei e divinità inferiori del Mare Interno (tra cui, ad esempio, il pantheon lovecraftiano con gli Antichi e i signori dei demoni), correnti filosofiche e movimenti spirituali (come la Fede Verde, l’Animismo Shoanti e i pantheon specifici di culture come quella elfica e quella nanica). Per evitare di dilungarmi troppo non sto a elencarli tutti, ma sappiate che la “tabella riassuntiva” a fine manuale occupa dieci pagine.

Recensione degli Altri Contenuti per PF2 di Presagi Perduti: Divinità e Magia

Se le prime 100 pagine di Presagi Perduti: Divinità e Magia per PF2 le abbiamo analizzate, ora spostiamo i riflettori di questa recensione sulle ultime 125. Questa sezione del manuale pone maggiore attenzioni sulle opzioni per i personaggi; troveremo infatti tanti nuovi modi per caratterizzare (anche meccanicamente) i nostri PG.

Prima di tutto è presente un nuovo background adatto ai personaggi cresciuti in ordini religiosi o monasteri.

Troviamo poi due pagine contenenti una quindicina di nuovi talenti generici e di abilità; essi sono mirati a dare qualche influenza di potere divino a chiunque, anche a chi non è un chierico e un campione. Si possono benedire oggetti, fare preghiere da battaglia, invocare la protezione di un dio o altro ancora.

Segue un capitolo interamente dedicato a nuovi incantesimi. Queste pagine sono invece per chiunque riceva dalle divinità (o dagli esseri divini in generale) la capacità di usare arti magiche.

Troviamo in seguito la descrizione di 18 nuovi domini, ovvero campi di competenza degli dei; se eplorati, forniscono nuove capacità (incantesimi focus) a chi li padroneggia. Controllo del tempo, delle anime, dei glifi: tutto ciò può giovare molto ai concept di personaggi originali.

Infine sono presenti molti oggetti e armi legati alla fede. Ci sono vari oggetti magici cerimoniali, come la bilancia perfetta del dio dei mercanti o turibolo e mitra da utilizzare nelle funzioni divine; ma non mancano nemmeno le armi sacre, come la sciarpa con lame, il martello meteora, l’incudine del dio nanico della forgia e il pugnale del sonno eterno. Ogni elemento viene descritto nel dettaglio, con meccaniche semplici e originali.

Ho apprezzato molto queste aggiunte; tutte queste opzioni arricchiscono la personalizzazione dei personaggi sacri, ma non solo la loro.

Arte e Impaginazione

Come potete notare dalle immagini incluse in questa recensione, l’arte di Presagi Perduti: Divinità e Magia per PF2 è di altissimo livello. Lo stile è lo stesso del manuale base. Le illustrazioni sono dettagliatissime e meravigliose. Quelle più piccole sono chiare e utili rapresentazioni dei simboli sacri degli dei, dei nuovi oggetti e altro ancora. Quelle più grandi potrebbero tranquillamente essere dei quadri; colori vivissimi e figure epiche che ritraggono anche scene della storia di Golarion. Una nota di merito va alla copertina che, a mio avviso, ha un’estetica davvero intrigante e a tema.

Per quanto riguarda la struttura di Presagi Perduti: Divinità e Magia, ritroviamo molta coerenza con il manuale base di PF2 e questo sicuramente aiuta a rendere ancora più positiva questa recensione. Impaginazione su doppia colonna, font ormai classico per i prodotti Paizo, sistema a etichette sempre chiarissimo; anche questo manuale conferma la facilità di fruizione della Seconda Edizione di Pathfinder.

Considerazioni Finali della Recensione di Presagi Perduti: Divinità e Magia per PF2

Siamo giunti alla fine di questa recensione di Presagi Perduti: Divinità e Magia e devo ammettere che i suoi contenuti espandono in maniera utile e interessante le possibilità offerte da PF2.

Il manuale sa essere molto utile. Da una parte per l’ambientazione: leggere alcuni culti fa venire voglia di creare avventure tematiche; dall’altra per le meccaniche, poichè dopotutto rafforza uno dei punti di forza del sistema: le opzioni di personalizzazione. Allo stesso tempo risulta prezioso sia per i personaggi sacri (chierici e campioni in primis), sia per gli altri.

In conclusione non posso far altro che consigliarvi questo manuale: sarà una benedizione per le vostre sessioni!

Se avete apprezzato questa recensione di Presagi Perduti: Divinità e Magia, continuate a seguirci per rimanere aggiornati su altri contenuti relativi a PF2!
Bestiario 1 : PF2 Mostra gli Artigli  | Recensione

Bestiario 1 : PF2 Mostra gli Artigli | Recensione

Prima di tutto ringraziamo Giochi Uniti per averci inviato una copia in italiano del Bestiario 1 di PF2 al fine di poter scrivere questa recensione. Il manuale è disponibile sul loro store ufficiale al prezzo di € 49,95.

Prima di iniziare la recensione vera e propria, ci tengo a precisare che per poter comprendere e usare il Bestiario 1 di PF2 è necessario possedere anche il Manuale di Gioco, prodotto anch’esso da Paizo. Per maggiori informazioni a riguardo vi invito a leggere la mia recensione completa.

Lo Spirito del Manuale

Questo importante supplemento per Pathfinder Seconda Edizione è stato creato con le principali linee guida del manuale base e questo è solo un grande pregio. Chiarezza, fruibilità e ordine. Leggerlo è davvero un piacere! Legende, riferimenti e nomenclature canoniche; tutto torna e introduce in un linguaggio semplice da comprendere e difficile da fraintendere.

All’inizio è presente un indice delle creature in ordine alfabetico, alla fine uno che le elenca per tipo e uno dal livello più basso a quello più alto (includendo anche il tipo di creatura e la sua rarità). Inoltre il lato di ogni pagina mostra a che lettera ci si trova. Tutto comodo e al posto giusto. La presenza di queste sezioni potrebbe apparire scontato, ma non lo è; in questo modo trovare la creatura giusta al momento giusto è davvero facile… E non si spezza nemmeno la narrazione con tempi morti!

Recensione dei Contenuti del Bestiario 1 di PF2

Le prime pagine del manuale sono dedicate ad alcune dritte su come leggere le schede delle creature. Nulla di innovativo, ma sicuramente una parte essenziale al fine di mantenere la chiarezza alla base di questo sistema. Oltre ad esse possiamo trovare delle comode regole per potenziare o depotenziare creature incluse nel manuale; questo permette di adattare le sfide in base al party, senza sentirsi vincolati al livello base presentato. Seguono poi alcuni consigli su come interpretare i mostri, dando anche delucidazioni riguardanti le lingue che parlano e i tesori che possiedono.

Come si può notare dalle immagini incluse in questa recensione, il Bestiario 1 di PF2 contiene una vastissima varietà di creature. Per essere preciso, include più di 400 creature comprensive di statistiche complete e immagini dedicate. Queste creature sono divise in tipi: aberrazione, animale, astrale, bestia, celestiale, costrutto, drago, elementale, etereo, fatato, fungo, gigante, melma, nefando, non morto, osservatore, umanoide e vegetale. Ma questa è solamente una delle caratteristiche; oltre a ciò, è presente tutto quello che serve per caratterizzarlo meccanicamente e ruolisticamente. Lateralmente si possono anche apprezzare riquadri con consigli su come sfruttarli, luoghi e creature correlate, ricompense particolari e conoscenze aggiuntive.

Infine sono presenti anche alcune pagine dedicate ad approfondimenti su aspetti comuni a tutti i mostri; spiegazioni delle loro taglie, dei loro tipi e delle loro capacità più comuni… c’è davvero un po’ di tutto! Questa sezione risulta molto utile e andrebbe letta prima di tuffarsi nei singoli mostri, in modo da comprenderli a pieno.

Il Manuale e la sua Struttura

L’oggetto di questa recensione è uno splendido manuale con copertina rigida e più di 350 pagine fitte di contenuti: il Bestiario 1 di PF2 risulta quindi un tomo bello massiccio. Il suo stile estetico è perfettamente in linea con quello del Manuale Base. Stesse dimensioni, stessi accorgimenti e stesso stile di copertina; tutto quello che un collezionista potrebbe chiedere per affiancarli nella propria libreria. Le pagine sono robuste, belle da sfogliare e di alta qualità. L’impaginazione invece differisce da quella del Manuale Base: qua tutti i contenuti sono su singola colonna, scelta azzeccata per rendere più immediata la consultazione delle tabelle delle statistiche.

La qualità estetica è innalzata da un altro elemento di rilevanza centrale: le illustrazioni. Magnifiche! La copertina stessa è incredibilmente evocativa: chi non si avventurerebbe in una foresta abitata da troll e idre affamati? Ogni singolo mostro ha poi la sua illustrazione accostata alla proprie statistiche e nessuna dà l’impressione di essere un riempitivo. Evocative, colorate in maniera impeccabile e dal design sempre accattivante: non ne ho trovata nemmeno una che mi abbia deluso. Anche qua lo stile grafico ricalca pienamente quello del Manuale Base, regalando un’ottima continuità. Per far capire quanto mi sono piaciute, vi posso svelare che ho faticato a scegliere quale includere in questo articolo!

Considerazioni Finali della Recensione del Bestiario 1 di PF2

Come si evince da questa recensione, il Bestiario 1 di PF2 è un manuale molto classico e sempre utile. Non ha sorprese particolari, ma aiuta in maniera consistente i master in cerca di mostri pronti all’uso. Anzi, oltre a questo lo ritengo un ottimo punto di partenza per imparare a creare anche le proprie creature personalizzate.

I mostri proposti sono molto vari: alcuni sono classici del genere, altri sono originali. In ogni caso sono affascinanti e molto funzionali per ambientare le proprie avventure su Golarion (il mondo di gioco ufficiale) e non solo. Si passa quindi dai classici goblin, draghi, diavoli, troll e affini a creature più bizzarre. Tra esse posso citare un simpatico uccellino grosso quanto un lupo che cinguettando confonde i sensi delle prede facendole scannare tra loro, per poi cibarsi dei loro resti.

A parte questo aspetto, consiglio anche questo manuale a chi vuole avere una collezione completa dei manuali di Pathfinder Seconda Edizione, visto anche il loro valore estetico. Se poi siete giocatori (o meglio ancora master) appassionati di questo sistema di gioco, difficilmente rimarrete delusi dai suoi contenuti.

Se vi è piaciuta questa recensione del Bestiario 1, continuate a seguirci per altri contenuti relativi a PF2!
Pathfinder Seconda Edizione: Un Mondo Nuovo | Recensione

Pathfinder Seconda Edizione: Un Mondo Nuovo | Recensione

Premetto di aver ricevuto una copia del manuale di gioco di Pathfinder Seconda Edizione da Giochi Uniti al fine di poterne scrivere questa recensione. Per chi fosse interessato, segnalo che questo GdR è disponibile in italiano sul sito di Giochi Uniti (che si occupa della distribuzione italiana) al prezzo di 59,90€.

Nell’ormai lontano 2009 Paizo rilasciava la prima edizione di Pathfinder, gioco di ruolo che prendeva le basi di D&D3.5 e si prefiggeva di creare qualcosa di ancora più grande e completo. Il successo non è tardato ad arrivare e anche meritatamente, a mio avviso. Nel 2010 l’opera venne tradotta in varie lingue, tra cui anche l’italiano. A dieci anni dalla sua uscita, nel 2019, la casa editrice statunitense ha lanciato sul mercato Pathfinder Seconda Edizione; questo nuovo gioco di ruolo nasce come evoluzione autonoma della prima edizione, ma per naturale sviluppo ha subito mutamenti teoricamente accostabili a quelli avvenuti nel passaggio da D&D3.5 a D&D5e. E dico “teoricamente” perchè il prodotto finale è ben diverso e frutto di anni di analisi del primo Pathfinder. La distanza tra i due prodotti è notevole, sebbene abbiano alcuni dettagli in comune.

Vi anticipiamo però già che, visti i radicali cambiamenti, la nuova versione non è compatibile con la precedente. Il diverso “approccio numerico” e la semplificazione dei calcoli richiesti rende necessaria una conversione di eventuali materiali che si desidera trasporre.

Uno sguardo all’ambientazione

Fermiamoci però un attimo e cerchiamo di contestualizzare questo caposaldo del GdR fantasy epico moderno. E’ uno dei più importanti esponenti del genere, ha un’ambientazione propria e molto ricca, che si è evoluta nel corso degli anni grazie alle proprie AP (Adventure Path, o Saghe, raccolte di moduli che costituiscono lunghe e profonde campagne). Il mondo di gioco si è evoluto nel corso degli anni e i giocatori hanno potuto (e possono ancora) assistere a tali mutamenti vivendo le vicende da protagonisti. In questo modo gli avvenumenti della prima edizione sono già avvenuti nella seconda edizione (facendo giungere l’attuale Era dei Presagi Perduti), senza però richiedere in maniera tassativa di averle giocate. Le informazioni utili a comprendere l’attuale situazione del mondo di gioco sono incluse in questo manuale base di Pathfinder Seconda Edizione (questa recensione non contiene spoiler).

Il livello di potere è decisamente alto; i protagonisti crescono in maniera considerevole con i passaggi di livello e quello che possono compiere è oltre ai limiti “umani”. L’ambientazione riesce a far convivere in maniera fluida tutti i capisaldi dell’immaginario fantasy. Alcune zone sono più primitive e vedono ancora folte giungle abitate da dinosauri. Altre hanno un livello tecnologico tale da contemplare anche armi da fuoco. Per il resto si può apprezzare un carosello di opportunità vastissimo, con citazioni quasi infinite a Transilvania vampiresca, imperi classici, zone arabeggianti, luoghi d’accesso per altri piani e altro ancora. Già, perchè il mondo di Golarion non è l’unico giocabile; si possono trovare anche i classici piani di esistenza, tutti interconnessi dalla lore e da legami “divini”. Tutti questi dettagli sono precisati all’interno di questo manuale, in modo da non necessitare di altri riferimenti.

Il “peso” del manuale base di Pathdinder Seconda Edizione

Sembra esserci tanta carne al fuoco, vero? Temete che alcuni aspetti siano dati per scontati o spiegati solamente in maniera generica? E invece no! Questa recensione si basa sulla lettura delle quasi 650 pagine del manuale base di Pathfinder Seconda Edizione e vi assicuriamo che c’è tutto; dall’ambientazione alle meccaniche, ma di queste parleremo dopo. Un tale densità di contenuti (e un tale peso!) non devono però spaventare; un font adeguato e un’impeccabile impaginazione classica su due colonne rendono semplice e comoda la consultazione. La precisa divisione tematica dei contenuti e l’utilissimo glossario finale con annessa funzione di indice permettono di non perdersi tra le sue pagine. Sul lato di ogni pagina è invece posizionata una suddivisione tematica dei contenuti.

Le ultime pagine contengono una scheda del personaggio vuota. Lo ammetto subito: è una delle cose che mi è piaciuta di meno. Non fraintendetemi, è completa e fruibile; il problema è che la grafica non è nulla di speciale, soprattutto se paragonata al resto.

I materiali sono ottimi; la copertina rigida protegge a dovere il tomo, le pagine sono resistenti ma allo stesso tempo valorizzano le immagini. E queste ultime sono un enorme punto a favore di quest’opera. A mio avviso il salto qualitativo rispetto alla prima edizione è evidente. La qualità è decisamente maggiore, lo stile più maturo e intrigante. Ce ne sono tantissime, tutte originali e tutte da ammirare. L’approccio grafico a volte un po’ irriverente è rimasto, ma è ancora più interessante.

Ma un libro non si giudica dalla copertina, giusto? E allora tuffiamoci nei contenuti! La prima cosa da constatare è l’idea alla base dell’opera: l’ordine. Se la prima edizione sembrava ben fatta, qua gli amanti della razionalità si scioglieranno come un mephit del ghiaccio colpito dalla fiammata di un drago rosso.

Il nuovo ordine delle meccaniche

La prima conferma a riguardo è data dall’utilizzo dei Tratti per ogni concetto. Essi sono delle “etichette” affibbiate a quasi ogni elemento (oggetto, incantesimo, creatura,…) in modo da definirlo. Questa classificazione è estremamente pratica ed elimina ogni dubbio riguardante quando utilizzare una determinata meccanica o quali bersagli sono validi per un certo effetto. Personalmente adoro questa scelta stilistica, tanto elegante quanto utile. Un altro tipo di classificazione è quella data agli oggetti. Essi, oltre ad avere i propri Tratti, sono anche caratterizzati da un numero che indica il livello minimo ideale che dovrebbero avere i personaggi per ottenerli.

Le prove si effettuano con un classico lancio di d20, ma acquisiscono una maggiore profondità. Per valorizzare meglio una riuscita eclatante, superare la CD (Classe di Difficoltà) di almeno 10 equivale ad un Successo Critico, ovvero un Successo con qualche beneficio aggiuntivo. Allo stesso modo, un tiro molto sfortunato di dado può portare ad un Fallimento Critico, ovvero un Fallimento con complicazioni. Queste conseguenze extra sono chiaramente specificate per ogni circostanza, in modo da aiutare il lavoro del master.

Sono stati eliminati i gradi da distribuire nelle abilità, a favore di un approccio più dinamico che mi ha ricordato un mix di D&D5e e Warhammer Fantasy Roleplay; ogni abilità ha un grado di addestramento che va da Addestrato al Leggendario. Questo livello (oltre a sbloccare nuove azioni) dona un bonus da aggiungere al bonus base in questa disciplina, somma del modificatore della caratteristica chiave con il proprio livello di personaggio. Non essere addestrati permette di utilizzare solo il modificatore della caratteristica legata. Inoltre non sono più presenti le prove contrapposte, semplicemente colui che subisce l’azione ha una CD fissa che chi compie l’azione deve superare. Infine (finalmente) alcune prove sono espressamente da fare in segreto, per scoraggiare il metagame.

I protagonisti delle storie: la costruzione dei personaggi

Ad un’occhio disattento la creazione potrebbe sembrare più scarna, ma a mio avviso sarebbe una considerazione molto errata. Premetto che sul manuale base di Pathfinder Seconda Edizione, sono presenti un buon numero di classe e razze (ora chiamate Stirpi e il motivo sarà approfondito in questa recensione); ovviamente non sono ancora paragonabili a quelle della prima edizione, ma si tratta solo di attendere i prossimi manuali per questo.

La prima scelta è, appunto, la “Stirpe” che, come anticipato, differisce dal concetto classico di razza. La sua modernità si nota dalla sua modularità; ogni Stirpe ha diversi incrementi di caratteristica, linguaggi e lignaggi. Questi ultimi rappresentano le diverse declinazioni di una Stirpe specifica (elfo artico, elfo silvano,…) o le ibridazioni tra razze (mezzorco, mezzelfo). Ogni Stirpe dispone anche di una serie unica di Talenti, selezionabili ai passaggi di livello. Si può quindi gioire del fatto che ogni membro di una determinata Stirpe possa essere ben caratterizzato e differente dagli altri.

Si procede con la selezione del background, una personalizzazione che stimola molto il roleplay e dona addestramenti in abilità e un altro talento.

Poi c’è la selezione della Classe. Ognuna di esse include tutta una serie di capacità che il personaggio acquisterà. Armi, armature, tiri salvezza e abilità in cui è specializzato, eventuali incantesimi e tutto ciò che lo caratterizza a livello di azioni disponibili. Anche qua si parla di Talenti; essi di fatto integrano le vecchie capacità di classe e incorporano anche la funzione degli archetipi di Pathfinder Prima Edizione. I passaggi di livello permettono di sbloccarne di nuovi e rendere ancora più unico il personaggio. Inoltre è possibile selezionare alcuni aspetti di altre classi (qua chiamati Archetipi) e progredire nel loro sviluppo. Questo aspetto rimuove completamente il multiclasse classico, sostituendolo con qualcosa di pienamente appagante.

Che fantasy sarebbe senza magia?

Pathfinder Seconda Edizione non potrebbe certo raggiungere la sufficienza in questa recensione se non ci fossero delle palle di fuoco soddisfacenti, non pensate? La magia è spesso cio’ che rende speciale un mondo simile. Ero sinceramente preoccupato di non trovare nulla di nuovo sotto il sole e mi sarebbe dispiaciuto. Non dico che la magia della prima edizione funzionasse male, ma necessitava di un’evoluzione. E per fortuna non sono rimasto deluso!

Gli incantesimi sono tantissimi, non manca nulla di quello che ci si potrebbe aspettare e hanno un dinamismo tutto nuovo. Essi possono essere Intensificati, ovvero lanciati con uno slot superiore a quello base; così facendo acquisiscono effetti extra o intensificano quelli già presenti. Avete sempre sognato di creare un mago di ventesimo livello specializzato nei Dardi Incantati e ancora performante? Bene, ora potrete! E vi divertirete a lanciare uno sciame di Dardi Incantati con uno slot di decimo livello (ebbene sì, ora il livello massimo di incantesimi è questo) grossi come proiettili di una ballista.

Essi sono divisi in quattro Tradizioni, in base alla loro origine: Arcana, Divina, Occulta e Primeva. Vi sono poi formule speciali, ovvero i Rituali. Essi sono incantesimi potenti ma poco noti che permettono a più incantatori di collaborare per cercare di produrre effetti speciali.

Infine una nota di merito va anche agli oggetti magici, ora molto più semplici da gestire. Le armi e le armature incantate sono particolarmente ben fatte e permettono di assemblare in maniera equilibrata e interessante.

I combattimenti di Pathfinder Seconda Edizione

In Pathfinder Seconda Edizione il combattimento è uno degli aspetti più originali e anche uno di quelli che ho apprezzato di più, come si evince da questa recensione. Ogni turno verte attorno alla gestione di tre azioni (oltre eventuali azioni gratuite). Questo approccio evita di doversi ricordare quali opzioni tattiche siano fattibili insieme. Ogni attività costa da zero e tre azioni; fino a quando si hanno azioni disponibili, si possono fare attività. Esistono anche le Reazioni, attività compiute al di fuori del proprio turno.

Per il resto il combattimento segue le meccaniche classiche, dando il meglio di sè con una mappa su cui poter calcolare le distanze e le aree d’effetto. Viene facilitata anche la gestione delle situazioni più peculiari, come i combattimenti in acqua, a cavallo o in volo; queste evenienze sono tra l’altro trattate esplicitamente, venendo incontro ai master meno esperti.

Inoltre ho apprezzato altre sottiliezze, che permettono di snellire notevolmente i tempi richiesti; innanzitutto i danni sono divisi per tipologie (Fisici, da Energia, con Allineamento, Mentali, da Veleno, da Sanguinamento, di Precisione), ognuna delle quali viene spiegata nel dettaglio. Inoltre le eventuali Condizioni che possono affliggere i personaggi sono chiare e precise, come fossero degli ulteriori Tratti. Le manovre di combattimento sono invece elegantemente risolvibili attraverso delle semplici prove di abilità; la quasi totale assenza di attacchi di opportunità ha reso molto più dinamico il combattimento e nemmeno gli evocatori spasmodici potranno ingolfare gli scontri, necessitando di azioni per controllare le loro bestie!

Due parole vanno spese anche sulla morte; il raggiungimento degli 0 Punti Ferita rappresenta lo svenimento; poi una serie di tiri fa oscillare la vita del personaggio tra vari gradi di gravità, fino alla definitiva dipartita. I Punti Eroe però permettono di ripetere tiri di dado e salvare la situazione.

Il giusto spazio anche alle altre attività

Sebbene il combattimento sia certamente uno dei punti di forza di un GdR simile, Pathfinder Seconda Edizione si mostra molto attento anche agli altri momenti di gioco che analizzeremo ora in questa recensione; anche qua lo fa con precisione, dando una dignità ad elementi che prima venivano un po’ bistrattati. In particolare ho apprezzato due concetti.

La modalità Esplorazione fornisce delle meccaniche precise da utilizzare negli spostamenti, in modo da mettere dei paletti al tipo di andatura adottabile. Sono infatti esposte varie possibilità, tra cui procedere perlustrando la zona, individuando costantemente il magico e seguendo un esperto in un determinato campo. Molti gruppi adottavano già dinamiche simili, ma finalmente sono esplicitate chiaramente sul manuale.

La modalità Pausa propone invece varie attività da fare in determinati momenti di riposo. Quest’idea consente di dare molto più senso ad azioni che nella prima edizione del gioco potevano quasi essere considerate inutili; e sì, stiamo parlando di guadagnare facendo un mestiere (la vecchia Professione), costruire materiali utili per il party (il vecchio Artigianato), cacciare nelle terre selvagge e prendersi cura dei compagni feriti. Un’altra utilissima funzione di queste sequenze è il Riaddestramento; finalmente sul manuale base è presente un set di regole per cambiare scelte di progressione deludenti.

Considerazioni finali su Pathfinder Seconda Edizione

La prima cosa da dire è che le sessioni scorrono fluide sia da lato giocatore che da lato master. Per quest’ultimo il manuale è pieno di spunti e aiuti. Certo, rimangono pur sempre più di 600 pagine di lettura, ma ne vale assolutamente la pena. Sarà per la bella scrittura (anche nella localizzazione italiana), per le belle immagini o per gli ottimi contenuti, ma è uno di quei manuali che non ci si stanca mai di leggere. Nel caso vi serva ancora qualche esempio, sappiate che la costruzione dei PNG è molto più snella di quella dei PG; inoltre alla fine del manuale ci sono quasi dieci pagine che descrivono decine di tipi di trappole (chiamati Pericoli), tutte diverse e divertentissime. Addio a dungeon costellati solo delle solite fosse con spuntoni!

Mi rendo conto di aver paragonato varie volte Pathfinder Seconda Edizione alla prima edizione (e ad altri sistemi) in questa recensione, ma questa non va vista come una gara a trovare il più bello tra i due. Il mio è solo un confronto volto a spiegare meglio certi concetti, in quanto i due giochi possono benissimo coesistere. Sono due prodotti che meritano assolutamente di essere provati e quale miglior momento di tuffarsi nella seconda edizione se non ora che è arrivato nella nostra lingua? Considerando anche la possibilità di partecipare a sessioni ufficiali con la Pathfinder Society direi che un pensierino merita di essere fatto.

Concludo dicendo che questo GdR a mio avviso diventerà uno dei più giocati nei prossimi anni e merita questo successo. Riesce a essere tecnico senza stuccare. Riesce a essere ordinato ma offre tantissimo materiale. Vorrei scrivere altro a riguardo, ma ora ho un nuovo personaggio da creare e nulla descrive meglio questa meraviglia se non il provarlo con mano!

Se vi è piaciuta questa recensione continuate a seguirci per rimanere informati su Pathfinder Seconda Edizione!

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