Fragments of the Past: Feroce Bellezza Arcaica | Recensione

Fragments of the Past: Feroce Bellezza Arcaica | Recensione

Oggi un grandissimo grazie va da parte nostra, mia in particolare, a Massimiliano Haematinon Nigro per averci inviato una copia fisica della Collector’s Edition di Fragments of the Past al fine di scrivere questa recensione. A circa un anno e mezzo da quando abbiamo pubblicato la nostra anteprima, abbiamo il piacere finalmente di parlarvi del gioco completo. Fragments of the Past è prima di tutto un mondo. E’ una vasta ambientazione descritta, per lo più attraverso evocativi frammenti letterari e magnifiche illustrazioni, in una serie di meravigliosi libri. Dal sito principale è possibile trovare sia i suddetti volumi che l’oggetto della nostra recensione, il gioco di ruolo di Fragments of the Past. Questo mondo è una versione alternativa del Mediterraneo dell’Età del Bronzo, dove in una nuova geografia si dipanano le vicende di popoli, eroi e divinità nati dalla fantasia di Massimiliano Haematinon Nigro.

I prodotti attualmente disponibili sul sito sono:

  • Il Narrative Artbook, una raccolta di miti, disegni, manufatti, poesie e storie dell’antico continente di Askedoria. 100 pagine e più di 50 illustrazioni su usi e costumi, uomini e dei, manufatti e talismani. Attraverso decine di frammenti, i lettori potranno ritrovare il gusto di racconti antichi, una fonte di ispirazione e una miniera di informazioni per vivere ancora più intensamente il feroce mondo di Fragments of the Past.
  • Il Design Works, un libro che mostra il processo creativo di worldbuilding realizzato insieme alla comunità di sostenitori.
  • Il Gioco di Ruolo di Fragments of the Past oggetto della nostra recensione.
  • Il Quickstart gratuito per tutti coloro che vogliono dare un’occhiata al prodotto. Realizzato con grande qualità, rende bene l’idea del tono e dei contenuti ma non rende giustizia al meraviglioso risultato finale.

La Natura Totalmente Indie del Progetto

Ho avuto la fortuna e il piacere di seguire da vicino lo sviluppo di Fragments of the Past, da quando doveva essere oggetto di una campagna Kickstarter fino alla sua attuale versione. Per l’autore Fragments of the Past rappresenta tantissimo e ha cercato con tutte le sue forze di trovare il miglior modo di condividere la sua visione con il mondo. Fermamente intenzionato a non scendere ad alcun tipo di compromesso, ha rifiutato svariate possibilità che avrebbero dovuto annacquare le sue idee. Così alla fine, dopo una lunga ricerca, ha portato avanti una soluzione completamente indipendente: la stampa e la consegna del libro sono state affidate a Lulu, un sito di print-on-demand. Fragments of the Past è esattamente il libro che Massimiliano voleva, con la sua grammatura, la palette cromatica, l’impaginazione e i contenuti che aveva pensato. E non c’è altro da fare che essergliene grati.

Non avere compromessi vuol anche dire non cercare scuse o scorciatoie per abbassare i prezzi. La versione base del manuale costa 19.90€ in digitale e 54.99€ in formato fisico A4. La Collector’s Edition, di cui successivamente vi spiegherò le differenze, costa rispettivamente nei due formati 24.90€ e 69.99€. Si tratta certamente di prezzi superiori alla media, come lo è anche la qualità rispetto a svariati altri prodotti. Non tutti, non voglio certamente celebrare questo lavoro oltre i suoi meriti. Va detto però che oltre a un gioco di ruolo si sta acquistando un vero e proprio artbook di un artista, sempre Massimiliano Haematinon Nigro, di primissimo livello.

Sì, sempre lui. Massimiliano è autore, worldbuilder e illustratore del gioco. Ne è padre, anima e amante. Fortunatamente per noi un amante non geloso.

Versione Base e Collector’s Edition

Prima di scendere nel dettaglio di questa recensione di Fragments of the Past, vorrei analizzare le differenze tra le due versioni, per meglio orientare nella scelta.

Il manuale base comprende 187 pagine a colori riccamente illustrate che comprendono un’introduzione ai temi e al mondo, la geografia e la storia del continente di Askedoria e una trattazione dei suoi dei e religioni. La parte di ambientazione si conclude con il capitolo sulle vicende e le tradizioni dei principali popoli. Inizia quindi il gioco di ruolo vero e proprio, con la creazione dei personaggi e il regolamento, infine una parte dedicata al Narratore e un’avventura introduttiva, la stessa del quickstart. Chiudono il manuale un comodo riassunto del regolamento e un glossario. Nel libro sono presenti anche ulteriori frammenti che vanno idealmente a proseguire la narrativa frammentata del Narrative Artbook.

La Collector’s Edition è impreziosita sia a livello di contenuto che di materiali. Ci sono dieci pagine aggiuntive sulle civiltà, due frammenti in più, una sovracopertina con un’illustrazione originale che va a proteggere una copertina in stoffa blu incisa a lettere d’oro.

Ma non importa quale versione si sceglie, difficile comunque rimanere delusi.

Recensione dell’Arte di Fragments of the Past

Massimiliano Haematinon Nigro è un artista ben oltre Fragments of the Past. E’ un creative designer di professione i cui ambiti lavorativi vanno dal gaming al cinema. Ha alle spalle grande esperienza ma soprattutto ha dalla sua un enorme talento, non solo per il mio modesto e amatoriale parere. E’ quindi quasi superfluo che io scriva quanto l’arte di questo prodotto sia assolutamente meravigliosa. Fortunatamente è possibile ammirare un grande numero di sue opere riguardanti Fragments of the Past su internet. Dal sito del progetto alla sua pagina ArtStation fino al quickstart del gioco, è possibile farsi già un’ottima idea del livello artistico offerto.

Posso solo aggiungere che avere tra le mani il prodotto fisico completo e sfogliarlo è veramente un piacere da ogni punto di vista. I meravigliosi paesaggi a doppia pagina, gli evocativi character design dei popoli e i realistici oggetti. Proprio questi ultimi, unitamente ai frammenti, danno l’idea quasi di trovarsi davanti a un vero libro di storia o trattato di archeologia e contribuiscono enormemente all’attrattività del prodotto.

L’impaginazione è bella, chiara, con un sapiente uso del blu sia per la grassettatura dei concetti principali nella parte delle meccaniche che per la creazione di artistiche caselle di testo. Inoltre è veramente bello come l’impaginazione dia spazio all’arte. Illustrazioni e contenuti sono ugualmente importanti e ugualmente esaltati in un sapiente connubio.

Il Manuale che non è un Manuale

Il Manuale di Fragments of the Past non è il classico manuale di un gioco di ruolo. Come ho già accennato parlando dell’arte, si ha la sensazione che sia più un libro di altro genere. Se le illustrazioni degli oggetti virano la percezione verso un trattato di archeologia, lo stile narrativo conduce il lettore da tutt’altra parte. Pur non tradendo completamente l’approccio descrittivo e didascalico di un manuale di GdR, i concetti di gioco sono inseriti in discorsi più ampi, a volte senza una titolatura indicativa. Questo dettaglio rappresenta anche un limite. Un procedimento più analitico faciliterebbe la consultazione e il reperimento di nozioni.

Però ho trovato romanticamente affascinante questa scelta. Fragments of the Past è, appunto, composto da frammenti. Visivi, letterari, concettuali. E’ qualcosa che non può essere studiato nei dettagli o in maniera completa. E’ qualcosa che va abbracciato, scoperto e percepito nella sua essenza. Dopodichè gli spazi vuoti dei frammenti vanno riempiti con gli afflati carichi di passione che usciranno dal nostro desiderio di vivere in quel mondo e che lo renderanno unico. Trattamento simile deve essere riservato al sistema che, come vedremo, è tutt’altro che minuzioso e completo.

Anche le nozioni sull’ambientazione non sono sempre presentate nel modo classico. Alcune informazioni sono evocate nel mezzo di altri concetti, come se venissero fuori spontaneamente durante una narrazione dinnanzi a un fuoco in una notte d’estate sotto un cielo stellato. Un po’ come tutti noi abbiamo imparato la geografia e la storia della Terra di Mezzo prima che uscissero atlanti e manuali: attraverso i frammenti di cui Tolkien ci faceva dono nei suoi libri e nei suoi racconti.

Recensione dell’Ambientazione di Fragments of the Past

Non occorre conoscere ogni angolo di Askedoria per giocare. Immergetevi in questo grande mare e decidete pure liberamente cosa pescare e cosa no. Sia coloro che nuoteranno sulla sua azzurra superficie, sia coloro che scenderanno nell’oscura profondità, troveranno i tesori che cercano.

Il manuale dedica 55 pagine all’ambientazione, illustrazioni comprese. In questo relativamente esiguo spazio cerca di descrivere geograficamente un intero continente, i suoi popoli, dei, usanze e storia. E’ ovviamente impossibile pensare che la trattazione sia dettagliata. Vengono fornite delle pennellate che servono a indirizzare l’animo e la fantasia del lettore. Poichè già il manuale è quasi un riassunto sintetico di innumerevoli nozioni, è per me difficile condensarlo ancor di più e dare un’idea dei contenuti in poche righe.

Preferisco quindi cercare di comunicare il senso di quello che è scritto. E’ presentato un mondo che non è un “copia, mischia e incolla” dei popoli antichi del Mediterraneo. Non è un reskin. Ovviamente gli elementi non possono essere completamente inventati tutti ex novo. Ma vi assicuro che addentrarsi tra le pagine di Fragments of the Past dà l’impressione di scoprire nuovi popoli e culture emerse da qualche rivoluzionario studio archeoantropologico.

Etoi e Iskuzai

Le due culture, i due popoli maggiormente approfonditi sono gli Etoi e gli Iskuzai.

I primi sono un misterioso popolo del mare giunto da molto lontano. Hanno portato nel continente di Askedoria la fede in Dodici Dei e molte nobili arti. Hanno fondato dei regni governati da singole, importanti città. Queste città sono rette da un’alleanza di comunità politico-religiose matriarcali chiamati Tiasi.

Successivamente giunsero gli Iskuzai, un popolo superstizioso, amante della guerra e della poesia, capace di assorbire la cultura delle civiltà con cui entra in contatto. Venerano la Pantera dalla Doppia-Cresta e sotto la guida del grande Re Auleo, il Cartografo, sono entrati in contatto e poi in guerra con gli Etoi. Da questo incontro-scontro nascono una commistione culturale e un’esplosione di storie, miti, situazioni e spunti narrativi.

Questi due popoli sono descritti con originalità e maestria in innumerevoli aspetti. Struttura sociale, rituali, religione, credenze, usanze, storia, organizzazione, mentalità. Il quadro presentato, seppur sintetico, è profondo e soprattutto credibile.

Ovviamente Etoi e Iskuzai non sono i soli popoli di Askedoria. gli antichi Agrauran, costruttori di necropoli sotterranee, i colti Molubdenoi, sapienti principi-mercanti, gli audaci Hattusas, navigatori dei flutti più insidiosi e i Kokhlidoi, imbalsamatori e adoratori delle stelle, riempiono il caleidoscopico affresco di Fragments of the Past.

Dei e Divino

Il mondo di Fragments of the Past è ricco di Divino. Uno dei capisaldi del gioco recita che “tutto è divino”. Ritengo sia importante sottolineare questo aspetto: non si parla di un gioco dove divinità come Zeus o Apollo camminano sulla terra o influenzano direttamente gli eventi. Nè la magia è presente in maniera inconfutabile. Non vi sono nè palle di fuoco nè fulmini che partono dalle dita di incantatori. Ma i fulmini sono una manifestazione del divino. Così come il vento, il crescere delle messi o una carestia.

Magico e divino sono presenti al tavolo di gioco attraverso il sistema a livello dei giocatori. Ma a livello narrativo gli uomini e donne di Askedoria, anche i grandi saggi o gli eroi, sono del tutto simili ai nostri antenati dei tempi antichi. Vedono il divino in ogni manifestazione della natura la cui potenza o il cui mistero va oltre la loro razionale comprensione. Conseguentemente ogni evento potrà essere arricchito di simbolismo, di intepretazioni, di significati, che amplificheranno la narrazione e la porteranno a livelli epici. O tragici, come vedremo.

Fragments of the Past è più che un insieme di misteriosi rituali e sanguinose leggende, è un’emozione: meraviglia e nostalgia per la bellezza feroce dell’arcaico passato.

Recensione del Sistema di Fragments of the Past

Ho lasciato la descrizione del sistema di Fragments of the Past quasi al termine dell’articolo. D’altra parte avevo così tante cose da dire che qualcosa in fondo lo dovevo pur spostare! La presenza di questo paragrafo così verso la fine è perchè ritengo il sistema uno degli aspetti meno importanti del gioco. Non fraintendetemi, il sistema è fondamentale per giocare e il suo valore assoluto nella riuscita di ogni prodotto non va certamente sottovalutato. Ma Fragments of the Past è così ricco di carica epica e passioni che l’accento non va messo sul sistema, quanto sulla narrazione e sulle emozioni che essa dà nel ricreare un tipo di storie che dà sempre hanno toccato il cuore degli uomini.

Per questo parliamo di un motore di gioco incredibilmente leggero e poco dettagliato, fin troppo a volte. Di base si tira il d100 con lo scopo di ottenere un risultato più basso della caratteristica di riferimento. Ce ne sono quattro: Soma, Sarx, Psyche e Pneuma, più o meno correlabili a Fisico, Carisma, Ingegno e Divino. Tutte le prove rientrano in quelle categorie tranne Volontà, Fortuna e Hybris che sono gestite attraverso un d10 e che sono risorse accumulabili/consumabili con svariati effetti. Laddove la Volontà facilita i successi e la Fortuna evita conseguenze nefaste, l’accumulo di Hybris, l’empietà, porta al verificarsi di sventure e al presentarsi di difficoltà sempre maggiori.

Ma considerate che il sistema occupa solo 12 pagine, esempi inclusi. Ci sono poche altre regole ma molto impattanti sulla narrazione, come le Benedizioni e le Maledizioni o i Talismani.

Il Combattimento

Poi c’è il combattimento, così leggero da essere quasi narrativo, eppure altamente mortale. Fragments of the Past non dà soddisfazione agli amanti di griglie e opzioni, nè per coloro che cercano nel regolamento il bilanciamento delle situazioni. E’ un gioco di storie e passioni e bisogna essere pronti a passare sopra alle situazioni non regolamentate con questo atteggiamento e la maturità di non voler trovare a tutti i costi una quadra perfetta per tutti e sempre.

Le armi fanno danni fissi, che aumentano in caso di colpi localizzati ma non ci sono regole per la localizzazione dei colpi. Il combattimento segue il flow della narrazione e vive nel teatro della mente. Ci va una buona armonia al tavolo e la consapevolezza che non si gioca per fare critici decapitando teste a ogni tiro di dadi, anche se basterebbe descriverlo e i tiri non cambierebbero. Dall’altra parte l’alta mortalità è data sia dall’alto rischio che l’affaticamento porti a un veloce peggioramento degli attributi e quindi delle riuscite dei tiri, ma soprattutto dal fatto che le prove sono basate su Soma. Ma Soma rappresenta anche i punti ferita del personaggio, quindi subendo ferite ci si avvicina alla morte e si peggiora sensibilmente le proprie capacità di lottare. D’altra parte un altro cardine del gioco è che “la vita è splendida, terribile e BREVE”.

I Personaggi e le Storie di Fragments of the Past

I personaggi non hanno classi o altri archetipi in cui suddividerli. Sono individui caratterizzati non dalle differenze dei loro attributi, che risultano spesso minime. Il loro spessore è dato da tre elementi di gioco importantissimi. Il Dono, la Passione e gli Epiteti. Non numeri, ma concetti motore di gioco.

I Doni sono la scintilla divina della narrazione del personaggio, una sorta di “potere” la cui manifestazione però è sempre intangibile. Ogni personaggio ne ha uno deciso alla creazione del personaggio. Opposto a esso vi è la Passione, “la parte più dolorosa e tormentata di un personaggio”, il suo conflitto interiore che si esteriorizza attraverso un vizio, un difetto, un problema, un ostacolo, qualcosa che genera storia, interpretazione e, soprattutto, pathos. Infine vi sono gli Epiteti, vere e proprie etichette che, come nei poemi antichi, sono collegate a un eroe sulla base di gesta o caratteristiche e che hanno un impatto sia narrativo che regolistico, solitamente sotto forma di bonus numerici. Nel manuale ve ne sono 120 e permettono una grande personalizzazione, andando a toccare veramente moltissimi aspetti e topoi letterari.

I personaggi sono il motore delle storie. Fragments of the Past è nato per raccontare due tipi di narrazioni: i cicli epici e le tragedie. Da una parte le leggende di gesta immortali di nuovi Achille, Diomede, Giasone e Teseo. Dall’altra parte le angoscianti vicende di tormentati personaggi profondamente scavati dagli eventi, alternativi Edipo, Medea, Antigone o Clitennestra.

Un esempio di tragedia è l’avventura introduttiva, “Il Destino della Città delle Murene“, molto ben scritta e divertente da giocare, di cui abbiamo pubblicato un nostro tentativo:

Considerazioni Finali

Fragments of the Past è un mondo che avrebbe potuto essere e che non è stato. Sarai il protagonista di un poema cantato tra i fuochi rossi di un banchetto, vestirai i panni di personaggi terribili, la cui natura prodigiosa si manifesta nell’ampiezza delle loro passioni, nella sfrenatezza dei loro istinti e nei sacrifici che sono pronti a compiere. Vivrai in una realtà meravigliosa e crudele, protagonista di storie segnate da sanguinose maledizioni, duelli e complessi riti.

Scrivere la recensione di Fragments of the Past non è stato facile. Sia per la difficoltà a rimanere obiettivo con un gioco a cui sono affettivamente molto legato, sia perchè ho trovato impegnativo riuscire a condividere con voi le caratteristiche e i punti di forza di un prodotto affascinante ma particolare. Il mondo di gioco ha un’ispirazione diversa dal solito fantasy nordeuropeo. Inoltre è stato completamente creato dal nulla per cui è impossibile trasmetterne tutta la vivida varietà. La bellezza grafica e il romantico stile di scrittura possono essere solo accennati e le mie poche righe non hanno reso loro giustizia.

Posso solo consigliarlo caldamente. Ovviamente ogni giocatore ha i suoi gusti e alcune caratteristiche molto nette di Fragments of the Past possono non piacere. Non vi è modo di mitigarle. Questo prodotto è fatto così, va vissuto come descritto con i suoi pregi e difetti. Chi ha trovano nella mia recensione più pregi che difetti ed è rimasto intrigato anche solo un poco da Fragments of the Past, può star sicuro che ne rimarrà incredibilmente soddisfatto. Vi do la mia parola.

Se vi è piaciuta questa recensione di Fragments of the Past, continuate a seguirci per essere sempre informati sui nuovi giochi di ruolo in uscita!

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