Il Diario delle Illusioni | Recensione
Oggi affrontiamo insieme la recensione de Il Diario delle Illusioni, un gioco di ruolo pensato per due giocatori, scritto da Gianluca Torrente e edito da Vas Quas Editrice.
Il prodotto è tutto italiano ed è possibile trovarlo in versione digitale sul sito ufficiale o su Drivethrurpg al costo di 15 dollari, circa 15 euro. Se preferite la copia fisica, potete facilmente reperirla su Amazon scegliendo tra la copertina morbida al costo di 19,90 euro o rigida al costo di 24,90 euro.
Nel ringraziare la casa editrice e l’autore che ci ha inviato una copia digitale perché potessimo parlarvene, segnalo che il gioco ha vinto il premio Autoproduzione Jam 2021 indetto da Vas Quas Editrice.
Il Concept del Gioco
Il Diario delle illusioni è un gioco di ruolo per due giocatori che permette di vivere e scoprire la storia di due rivali; due grandi artisti della prestidigitazione che covano vendetta l’uno nei confronti dell’altro.
Il gioco parte dalla causa scatenante della loro rivalità e prosegue di scena in scena, come il montaggio di un film, inserendo salti temporali di pochi istanti, mesi o anni. Insomma, se avete visto The Prestige (il film di Christopher Nolan con Christian Bale e Hugh Jackman del 2006) sapete di cosa sto parlando. Se non lo avete visto, fatelo.
I Protagonisti de Il Diario delle Illusioni
La costruzione dei personaggi de Il Diario delle Illusioni segue un processo creativo preciso. Ogni passaggio serve a definire non solo l’identità e il carattere dei personaggi, ma anche la storia che li accomuna. A dare l’incipit alle dinamiche, vi è un incidente che ha rovinato forse irrimediabilmente il loro rapporto accendendo la rivalità e il desiderio di vendetta.
Al momento della creazione dei due personaggi (qui chiamati Protagonisti) è necessario compilare man mano la scheda, rispondendo ad una serie di domande implicite. Troviamo quindi gli Aspetti dei Protagonisti, ovvero il Nome di Scena e il Costume del Personaggio. Il manuale segue passo passo la compilazione fornendo l’elenco delle possibili scelte per il proprio personaggio. Non un male di per sè, ma di certo non spinge a inventare qualcosa che esca dai binari (un po’ rigidi, se seguiti ciecamente) presentati.
Questa scarsa possibilità di scelta, a mio giudizio, pesa un po’; soprattutto se per i nomi proposti si vuole per forza mantenere il significato presentato sul manuale.
Noticina a margine per l’utilizzo dello schwa per definire (o meglio non definire) il genere dei Protagonisti, un dettaglio che va a favorire l’inclusività.
La creazione dei Personaggi si conclude con la definizione del luogo in cui l’incidente è avvenuto e il segreto di ciascuno, un elemento che l’altro personaggio ignora. Come dicevo, se non avete visto The Prestige, fatelo.
Diritto di Veto
I sistemi di sicurezza sono, fortunatamente, sempre più presenti nei giochi di ruolo recenti. Il Diario delle Illusioni introduce questa dinamica con il Diritto di Veto.
Dopo aver definito insieme l’estetica e il tono della giocata, qualora vi fosse qualche aspetto della narrazione che disturba uno dei due partecipanti, è possibile intervenire con questa regola. Se un elemento inserito da uno dei giocatori risulta eccessivamente forte o non in linea con quanto considerato appropriato, è possibile utilizzare una frase specifica. “Non è andata proprio così” permette di modificare quello che è stato detto con una breve descrizione così da riportare sui binari il tono della giocata. Laddove invece gli argomenti affrontati o la narrazione tocchino tematiche che non si vuole affatto affrontare si può utilizzare la frase “Cala il sipario”. In questo caso la scena viene interrotta e si passa a quella successiva.
Recensione dell’Ambientazione de Il Diario delle Illusioni
Il gioco è ambientato in un luogo specifico e in un momento storico preciso: Londra nel 1889.
Il contesto in cui si muovono i protagonisti del gioco è quindi limitato non solo spazialmente ma anche a livello temporale. In genere un’ambientazione specifica non è un grosso problema, molti altri giochi si concentrano su luoghi o anni particolari. Nel caso de Il Diario delle Illusioni però, per quanto il fascino dell’età vittoriana sia indubbio, l’ambientazione rischia di diventare un vincolo troppo forte per godere più di una volta di questo gioco.
A completare il volume troviamo un’appendice dedicata all’età vittoriana; ben venti pagine che approfondiscono i suoi usi e costumi, la tecnologia, la cultura e, soprattutto, le personalità storiche che ne hanno rappresentato, in qualche modo, l’emblema. Questa parte risulta essere la più godibile e offre innumerevoli spunti per colorare la sessione senza la pretesa di essere un libro di storia o un trattato di costume.
Il Sistema di Gioco
Il Diario delle Illusioni ha un sistema di gioco proprietario; malgrado il manuale faccia riferimento al ruolo di facilitatore, in realtà i due personaggi giocanti hanno gli stessi compiti e le medesime responsabilità. A turno i due giocatori racconteranno le scene alternandosi come Protagonisti. Ciascun Protagonista ha il compito di narrare un episodio della rivalità tra i due personaggi. L’altro giocatore potrà aggiungere dettagli e raccontare, a propria volta, l’altro punto di vista sul medesimo episodio. Per poter giocare serviranno 32 segnalini, 8 verdi, 8 gialli, 8 rossi e 8 blu e un sacchetto per contenerli (non venduti insieme al manuale, in nessuna sua versione). Il gioco lascia libertà di scelta sul materiale da utilizzare e sulla loro forma ma non sul colore, importante per la definizione delle scene.
Come dicevo all’inizio di questa recensione de Il Diario delle Illusioni, l’elemento scatenante della rivalità dei Protagonisti è un incidente. Il tipo di incidente viene definito in fase di creazione così come il tipo di risentimento che ne deriverà per rovinare il rapporto che li legava.
Ammetto che in fase di prima lettura il sistema di gioco de Il Diario delle Illusioni mi è sembrato eccessivamente macchinoso. Ad una seconda lettura invece posso dire che è solo spiegato in maniera eccessivamente prolissa e a volte confusa. Il tono aulico del linguaggio non aiuta, in più passaggi, a rendere scorrevole la lettura.
Atti e Parti
La dinamica del gioco prevede di raccontare il susseguirsi delle scene e la responsabilità della narrazione viene suddivisa a turno tra i giocatori. Ogni scena o Parte è divisa in quattro fasi. Il Protagonista sceglie la tipologia di scena che vuole creare. Una volta stabilita la scena, pone nella Sacchetta del Destino (un sacchettino adatto allo scopo) i segnalini colorati corrispondenti alla combinazione che identificano quella tipologia di scena. Per esempio una scena di confronto ha una combinazione di colori pari a 1 segnalino verde e 3 rossi. Vediamo insieme le fasi del gioco.
- La prima si chiama Promessa e si sceglie il tema della scena; per poterlo fare si inseriscono dei segnalini colorati in un sacchetto che cambiano in base alla tipologia di scena che si intende affrontare. Ogni sequenza di gioco è quindi costituita da un mix di colori che indicano un intreccio di emozioni.
- La seconda fase è la Svolta, in cui l’Antagonista (ovvero l’altro personaggio) introduce delle complicazioni alla scena, inserendo nella Sacchetta del Destino un segnalino particolare tra quelli a disposizione.
- La terza fase si chiama Prestigio; è il momento in cui la scena prende vita e, meccanicamente, prevede che le caselle cambiamento sulla scheda vengano riempite. Questa operazione si effettua mescolando i segnalini nel sacchetto ed estraendone due. Il colore dei segnalini estratti definisce cosa accade, mettendo in risalto determinate emozioni. Anche in questo il manuale guida passo passo i giocatori.
- L’ultima fase è il Cambiamento e serve ad evidenziare l’evoluzione dei Protagonisti.
Giocate cinque Parti, si può procedere con l’Epilogo; si può però giungere anticipatamente alla chiusura nel caso in cui siano stati giocati entrambi i Segreti e i giocatori concordino sull’idea di andare direttamente all’Epilogo.
Conclusioni della Recensione de Il Diario delle Illusioni
In un panorama sempre più affollato di giochi di ruolo in cui anche quelli studiati per soli due personaggi cominciano ad essere numerosi, la rigiocabilità o la durabilità diventano importanti. Il Diario delle Illusioni è studiato essenzialmente per oneshot, il che non lo rende particolarmente longevo. Aggiungo anche che la variabilità delle situazioni è piuttosto limitata, dal momento che parliamo di Londra in un anno specifico. I vincoli sulla creazione dei personaggi e sull’ambiente in cui si muovono rischiano quindi di renderlo utilizzabile una sola volta o comunque per poche giocate.
La stessa estetica strizza l’occhio al periodo storico che è il centro di questo gioco. Le immagini rimandano al contesto e il tipo di font usato ricorda una scrittura fatta a mano, un po’ come si faceva, appunto, con i diari. Il lato artistico del manuale risulta quindi molto piacevole e attinente. Peccato per i molti refusi, un proofreading più preciso avrebbe certamente giovato all’opera.
Per concludere, se il tema del conflitto tra due artisti vi affascina, vi consiglio di tenere in considerazione questo gioco di ruolo!