Vogliamo iniziare questa recensione di Monogatari – Onore e Destino ringraziando Fumble GDR, che ci ha messo a disposizione una copia del gioco. Si tratta della prima espansione ufficiale di Klothos – I Fili del Destino, di cui abbiamo già avuto occasione di parlarvi. Se volete, potete trovare qui la nostra recensione; vi anticipiamo in ogni caso che ci è decisamente piaciuto. Se doveste essere interessati all’acquisto, potete trovarlo in vendita sullo store ufficiale di Fumble GDR, al momento solo in versione digitale, al costo di 9 euro.

Claudio Serena ci porta nuovamente a scoprire il suo Thread System, ma applicandolo stavolta a un contesto molto preciso. Non solo per ambientazione e “colore”, ma per le tematiche messe in gioco: come anticipa il titolo, l’onore e il destino dei samurai. E più in generale dei personaggi delle ambientazioni nipponiche. Più che di espansione di Klothos – I Fili del Destino, infatti, sarebbe corretto parlare di un vero e proprio hack. Il Thread System viene infatti adattato per dare un peso ulteriore all’aderenza del personaggio ai precetti del Bushido, rendendoli un elemento vivo del gioco, non solo di contorno.

Recensione del Volume di Monogatari – Onore e Destino

Il manuale di Monogatari – Onore e Destino ha lo stesso formato di Klothos – I Fili del Destino. Un manuale compatto, formato poco più grande di un libro tascabile. Complice anche la foliazione inferiore, il volume risulta più solido. Le pagine sono più robuste, anche se perdono un po’ del feeling che restituisce il gioco originale. Anche il volume in sé sembra essere più solido; la copertina soft touch è estremamente piacevole al tatto. E contribuisce anche a dare l’impressione di un volume più resistente e durevole in caso di uso frequente.

Con 174 pagine, compresa un’avventura dedicata e un prontuario di creature ed avversari pronti per ogni occasione, Monogatari – Onore e Destino si presenta decisamente snello. Del resto la maggior parte delle meccaniche e lo spirito del gioco sono ampiamente descritti in Klothos – I Fili del Destino. In giapponese, “Monogatari” significa racconto. Questo significa che l’epica del gioco principale è perfettamente adattata a una narrazione in stile nipponico.

Cambiamenti: i Dettami

La differenza principale tra Monogatari – Onore e Destino e il manuale base è nei Dettami. Questi sostituiscono gli Approcci, e si rifanno alle virtù tradizionali di chi pratica il Bushido. Compassione, Coraggio, Dovere, Giustizia, Sincerità e Umiltà guidano le azioni degli eroi, e rappresentano il loro modo di affrontare le avversità. Ma ad ogni Dettame corrisponde un Comportamento Disonorevole, un suo speculare condannato dal Bushido. Crudeltà, Codardia, Egoismo, Vendetta, Slealtà e Superbia.

Scegliere come ripartire i punti a disposizione tra Dettami e Comportamenti Disonorevoli aggiunge una caratterizzazione ancora più forte all’eroe. Non si tratta tuttavia di una scelta priva di conseguenze in gioco. Le meccaniche di Monogatari – Onore e Destino riflettono pienamente l’obiettivo del gioco: creare una storia eroica che segua gli schemi della narrazione epica.

Onore e Disonore

Se in Klothos – I Fili del Destino il gioco è imperniato sui Punti Fortuna e sulle Sventure, nel Paese del Sol Levante è l’Onore la principale discriminante. Ai Punti Fortuna si sostituisce infatti l’Onore. Le Sventure cedono invece il passo al Disonore. In termini di effetto meccanico, tra i due giochi cambia poco.

Il cambio di prospettiva è dato proprio da Dettami e Comportamenti Disonorevoli. Se infatti i primi rappresentano quanti punti Onore si possono accumulare, non è scontata la scelta di puntare tutto su un personaggio privo di difetti. I Comportamenti Disonorevoli determinano infatti quanto Disonore l’eroe possa sopportare. Prima di dover pagare le conseguenze delle proprie azioni. Monogatari – Onore e Destino trova quindi un sottile senso di bilanciamento. Che non riguarda l’ottimizzazione del personaggio, ma tenendo fede allo spirito del gioco, la gestione del suo percorso eroico.

Siamo padroni del destino dei nostri eroi. Siamo noi a decidere quanto sono leali al loro codice d’onore; ma siamo sempre noi a decidere quanto siano in grado di sopportare i compromessi cui decidono di scendere. Una soluzione che forse rende il gioco leggermente meno immediato rispetto a Klothos – I Fili del Destino. Ma che aggiunge uno spessore ulteriore che restituirà un’esperienza ancora più intensa.

Recensione di Monogatari – Onore e Destino: le Caste

In questo hack di Klothos – I Fili del Destino troviamo anche un ulteriore elemento di personalizzazione dell’eroe: le Caste. Oltre alla Costellazione di riferimento ogni giocatore deve scegliere a quale casta appartiene il proprio eroe. Un elemento che rispecchia bene la complessa stratificazione della società tradizionale giapponese. Le capacità concesse dalle Caste progrediscono ogni volta che l’eroe sacrifica uno dei suoi fili del destino, in perfetta coerenza con il Thread System.

I Bonzi abbandonano il Bushido per seguire gli insegnamenti di Buddha; il loro percorso li porta ad aiutare chiunque incroci la loro strada a percorrere la via verso il Nirvana. Il Bushi, al contrario, abbraccia pienamente la vita marziale dedita al servizio del proprio signore feudale. La Geisha, al di là dell’accezione più scontata, si muove perfettamente a proprio agio nelle lunghe ombre della corte imperiale. Il Ronin ha perso qualsiasi onore che potesse avere il suo nome, ma non necessariamente ha smesso di aderire al codice del Bushido. Al contrario, lo Shinobi dà ben poco peso a qualsiasi codice, puntando alla brutale efficacia di una vita nell’ombra. Infine, dagli estremi limiti del mondo civilizzato lo Yamabushi è il tramite tra il mondo dei mortali e quello degli spiriti.

Chanbara

Chanbara, in giapponese, è un termine usato per indicare i racconti di cappa e spada. In Monogatari – Onore e Destino, è il nome scelto per l’avventura introduttiva proposta nel manuale. Si tratta di un’avventura relativamente semplice, ma molto articolata. Le nostre recensioni sono rigorosamente senza spoiler. Vi anticipiamo soltanto che nel dipanarsi della trama di un intrigo di corte, i personaggi saranno costretti a scegliere la fazione con la quale schierarsi; e compiere varie missioni che, a seconda delle loro decisioni, imporranno differenti conflitti morali. E le scelte saranno sempre significative, mai fini a sé stesse.

L’avventura in sé potrebbe non essere troppo emozionante, forse. Ma ha come punto di forza la perfetta compenetrazione nello spirito del gioco. Ad ogni passo, gli eroi dovranno decidere quanto mantenere intatto il proprio onore, e quanto scendere a compromessi. Ogni casta avrà modo di far valere la propria condizione sociale nell’una o nell’altra scena, restituendo un flavour tipico dei racconti tradizionali giapponesi.

Conclusioni della Recensione di Monogatari – Onore e Destino

In definitiva, Monogatari – Onore e Destino è davvero un buon prodotto. Certo non parliamo di qualcosa che soddisferà gli yamatologi più esigenti; la visione cui il gioco è ispirato è comunque filtrata da ciò che in occidente, e nello specifico in Italia, ci arriva sulla cultura giapponese. Ma stiamo parlando di un gioco di narrazione, e non di un trattato accademico; non si può quindi neanche ipotizzare di etichettarlo come un difetto.

Possiamo anzi dire che nell’inseguire un focus più definito, e nel ritagliarvi su misura le meccaniche del Thread System, Monogatari – Onore e Destino sia un lavoro persino più riuscito di Klothos – I Fili del Destino. Un gioco emozionante e intenso, perfetto per chi voglia portare al tavolo la struggente divisione tra l’onore e il compromesso. Sempre mantenendo l’attenzione su quello che è l’epico percorso dell’eroe, seguito grazie al Thread System dal suo difficoltoso inizio alla sua drammatica fine.

Se ti è piaciuta questa recensione di Monogatari – Onore e Destino, continua a seguirci per altre recensioni sul mondo del gioco di ruolo!

Pin It on Pinterest

Share This