Premetto che ho ricevuto Il Lascito del Viandante dall’autore per poterne scrivere questa recensione.
Nel mondo del gioco di ruolo capita spesso di accumulare idee, spunti, personaggi e circostanze interessanti. Alcune volte cadono (purtroppo) nel dimenticatoio, altre invece prendono forma. Questo è il caso de Il Lascito del Viandante, un compendio systemless disponibile sia in italiano che in inglese, contenete vari strumenti che possono facilitare la vita a molti master e fornire idee fresche e brillanti. La mancanza di un sistema di gioco di riferimento è, di fatto, un vantaggio e permette di poterlo sfruttare all’interno di qualsiasi GdR fantasy.
L’autore Diego Pisa (di cui abbiamo già parlato in un articolo dedicato a The Sky Archipelago 2) ha scritto anche una piacevolissima introduzione in grado di inserire subito il lettore nel giusto mood. Essa fa comprendere il valore di questo manuale attraverso le parole di uno dei suoi stessi protagonisti, anche citato nel titolo dell’opera stessa.
Contenuti di qualità (e quantità)
Nella sua cinquantina di pagine, Il Lascito del Viandante presenta dei contenuti molto vari e fuori dagli schemi, in grado di stimolare la fantasia anche dei giocatori più navigati. Al suo interno troviamo:
- Una divinità: Il Dimenticato, un’entità superiore che garantisce benedizioni agli eroi; i personaggi ottengono favori sempre più potenti in relazione agli atti eroici da loro compiuti.
- 3 PNG: Tre entità misteriose, utilizzabili in svariati contesti. Un Viandante, eremita che ama il viaggio e le conoscenze; un Fabbro Leggendario, severo ma dalle capacità impareggiabili; The Gatekeeper, un taciturno guardiano. Mi ha fatto storcere il naso il fatto che, in italiano, questo sia l’unico nome non tradotto. Ognuno di questi personaggi è caratterizzato da background, fama, capacità, richieste, profilo eroico, razza e filosofia. Non manca nulla.
- 5 mostri: queste creature sono molto differenti dai “soliti mostri fantasy” e, nonostante non ci sia un sistema di gioco di riferimento, non mancano nemmeno gli spunti tecnici. La loro storia è molto interessante poichè contiene anche racconti di chi li scoperti. Ho apprezzato particolarmente la presenza dei possibili ricavi generati dalla loro sconfitta.
- 9 spunti per avventure: quando vi servono missioni secondarie, intermezzi ad avventure più lunghe o materiale per one-shot di qualità, qua ne avrete un bel po’. Ognuna è fornita di nome, aggancio di trama, storia e dicerie. Sono solo combattuto sull’assenza di uno svolgimento o una conclusione delle storie. Dopotutto però questo aspetto lascia carta bianca al master e ciò, in generale, è positivo per questo genere di opera.
- 30 artefatti: la sezione dedicata agli oggetti magici è certamente la più estesa. Ognuno ha una dettagliata storia (dalla creazione agli eventi successivi) e precisazioni tecniche sul funzionamento molto comode per un manuale systemless. La varietà è davvero immensa e l’originalità rende unico ogni artefatto.
L’unicità della forma artistica
Dopotutto anche il lato estetico ha una rilevanza decisamente importante e questo aspetto appaga pienamente. La vena artistica di Diego Pisa è presente in ogni linea e impreziosisce tutti gli elementi presenti. La passione con cui ha realizzato l’opera è evidente e incarna perfettamente il suo stile. Esso è estremamente particolare e difficilmente reperibile altrove. Faccio fatica a trovare una definizione precisa, ma potrei dire che si tratta di una peculiare unione tra il fantasy classico e lo stile anime/manga. Queste linee sono valorizzate da colori vivissimi e pieni di significato. Prima di giudicare questa scelta vi consiglio di dare un’occhiata ad alcune delle sue opere e farvi un’idea. A me sinceramente piace e ormai riuscirei a riconoscere il suo tratto a prima vista.
Per il resto si tratta di un manuale con copertina morbida e dall’impaginazione precisa e ben realizzata. Le pagine sono pienissime di contenuti, l’occhio si sposta tra grandi illustrazioni e testo disposto in maniera originale ma azzeccata. Il font è vario, ma mai fuori contesto. Uno di essi ha uno stile più gotico e meno leggibile di altri, ma nemmeno questo stona; è utilizzato con molto buonsenso e valorizza un’opera già di ottimo livello. Particolare è invece la scelta del numero di pagina, posizionato al centro vicino alla rilegatura.
Conclusioni su Il Lascito del Viandante
Anche questo viaggio nella fantasia è (purtroppo) finito ed è giunto il momento di tirare le somme. Questo prodotto merita di stare nella vostra libreria da giocatori di ruolo? A mio parere sì, per svariate ragioni. La caratteristica di maggior praticità è sicuramente il fatto che non abbia un sistema di riferimento e sia quindi utile per chiunque e qualunque progetto. Un valore aggiuntivo è dato dall’impatto visivo che, da solo, giustificherebbe l’acquisto.
A proposito dell’acquisto: il costo oscilla tra i circa 5€ della versione digitale ai circa 15€ della versione fisica e questo lo rende molto accessibile. Considerando questo ltimo dettaglio, posso solo consigliarvelo!