Prima di iniziare questa recensione, ci tengo a ringraziare Luisa Laudonio per averci inviato una copia del suo romanzo La Battaglia di Rhodheim. Luisa è un’appassionata di giochi di ruolo e scrittura che ha fuso le sue passioni per creare il suo primissimo libro.
Si tratta di un romanzo fantasy tratto da una campagna di Dungeons&Dragons 3.5 giocata da Luisa insieme al suo gruppo, dove i protagonisti sono i personaggi interpretati al tavolo. L’autrice ha specificato che La Battaglia di Rhodheim è il primo di una lunga serie di libri che andranno a comporre la saga delle Cronache di Amaria.
Il romanzo La Battaglia di Rhodheim, protagonista di questa recensione, è disponibile su Amazon in copia fisica con copertina flessibile (circa 25,50 €), copertina rigida (circa 19,40 €) e in formato Kindle (circa 4,90 € o gratis con abbonamento Kindle Unlimited).
Ambientazione e Trama de La Battaglia di Rhodheim
Nell’anno 5000, ovvero 3000 anni orsono, il mondo di Amaria si ritrovò nel caos. Gli Dei Creatori (Loken, Freya, Mimiron, Thorim e Sif) si scontrarono con i demoni, creature intenzionate a sterminare ogni forma di vita su Amaria, nella cosiddetta Guerra del Drago. Per combattere questa minaccia, i Creatori plasmarono le razze: elfi, umani, nani, orchi, mezzuomini e draghi. La guerra fu vinta dagli Dei e i loro culti si diffusero in tutto il mondo; loro però abbandonarono Amaria, senza dare alcuna spiegazione ai popoli.
Nel corso dei secoli la Guerra del Drago divenne solamente una leggenda, sebbene il culto degli Dei sia ancora diffuso. L’abbandono degli dei portò molte razze al declino; i nani sparirono senza lasciare traccia, i draghi sembrarono estinguersi e gli elfi diminuirono drasticamente come numero, così come i loro domini. Al contrario, gli umani riuscirono a conquistare le terre selvagge, prendendo potere e regnando sull’intera Amaria per millenni.
Quarant’anni fa, il regno di Drakas (proveniente del continente meridionale) minacciò il culto con la figura del Dio Drago Imperatore, iniziando una crociata. Attualmente Drakas è riuscito a conquistare tutti i territori del continente meridionale, sterminando gli orchi che abitavano queste terre. Nonostante il gran territorio conquistato, il Dio Drago marcia verso l’Impero insulare di Xi, le terre a nord del regno di Helvat e la foresta di Laurelin.
Ora che Rhodheim, una piccola cittadina dell’Helvat, è minacciata dalla crociata drakassiana, come reagirà il resto di Amaria?
Territori del Mondo di Amaria
L’Impero di Drakas controlla tutti i vecchi regni che componevano il continente meridionale. Il Divino Imperatore è l’unico ad avere il comando su questi territori, imponendovi il suo culto. La schiavitù è diffusa ed è il destino di chi si rifiuta di convertirsi. Nella capitale Bizantius si trova il palazzo Imperiale; Samarra è sede della cattedrale del Dio Drago, dove viene diffusa la sua dottrina. Quest’ultima città ospita il porto commerciale più prosperoso di Amaria.
Il Dio Drago Imperatore ha deciso di espandere i suoi territori a est, dove si trova l’Impero insulare di Xi e a nord, verso l’antico regno norreno ormai diviso in Helvat e Novrune. La crociata di Drakas prosegue ma questi territori non si arrendono; dopo decenni di battaglie, i conflitti sono ancora aperti. Il regno di Novrune, dopo aver aiutato Helvat a resistere all’Impero drakassiano, si è ritirato nella neutralità.
Tutto il continente orientale di Amaria, chiamato Albadia (Scalthia, Occania e Galladia) non è coinvolto nelle guerre di Drakas; il sovrano di Occania, Re Nomlik, vorrebbe però prendere potere sui territori ancora selvaggi del suo stesso continente. Il continente di Albadia non è l’unico a non essere coinvolto nella guerra; questo vale anche per la foresta di Laurelin, l’unico territorio ancora sotto il dominio degli elfi; il suo reggente, Lusigdris, sembra avere a che fare con il Comandante Supremo Bellius Vardo a capo dell’esercito drakassiano.
L’esercito di Drakas viene continuamente rifornito di tecnologie militari direttamente importate dalla Repubblica Tecnocratica Occidentale, una grossa isola nel mare ad ovest dei regni nordici.
Le Razze di Amaria
Gli umani si sono evoluti ed espansi in tutti i continenti del mondo. La leggenda narra che discendano dal regno norreno e furono creati dal Dio Thorim. In base alla loro provenienza, presentano caratteristiche molto differenti. Nell’Helvat e Novrune la maggior parte sono analfabeti e religiosi con credenze norrene. Gli umani di Xi sono ben istruiti per quanto riguarda le nozioni del proprio Impero, mentre non si interessano a questioni internazionali. In Albadia l’istruzione non è concessa a tutti, bensì solo ai nobili. Nell’Impero Drakas invece l’istruzione è principalmente religiosa e obbligatoria a chiunque, esclusi gli schiavi. In Galladia molti umani sono riusciti ad imparare le arti arcane, cosa molto rara altrove.
Gli elfi sono la civiltà più antica di questo mondo, vivono molto a lungo e alcuni sono immortali. Gli individui di questa specie diminuiscono con il passare del tempo; i pochi rimasti custodiscono ancora i segreti della magia arcana. La loro società si divide in due gruppi: gli alti elfi e gli elfi silvani. I primi padroneggiano meglio le arti magiche e hanno maggior rilievo nella società; i secondi invece non hanno il controllo della magia, hanno i capelli più scuri e vivono in sintonia con la natura. Gli elfi diffidano molto degli umani a causa della loro presa di potere; venerano inoltre gli Dei, in particolare la Dea Madre Freya.
I mezzuomini sono degli adoratori del Dio Mimiron, ma non si sa da dove provengano. Spesso si possono trovare raggruppati in piccole comunità nomadi e vengono trattati con diffidenza dalle altre razze. Sono affini alla magia arcana e spesso sono coinvolti in attività illegali. Si differenziano dagli umani anche per la loro pelle scura.
Personaggi de La Battaglia di Rhodheim
I protagonisti di questo romanzo non sono altro che i personaggi interpretati dai giocatori, ognuno con il proprio background e un obbiettivo. All’inizio del romanzo sono anche presenti le illustrazioni dei personaggi e una loro schematica introduzione.
Eren Braun è uno degli sfortunati che si è ritrovato sotto le grinfie dell’Impero del Dio Drago, non accettando di sottomettersi al culto e divenuto prigioniero. Eren vorrebbe rivoluzionare la sua vita e ricominciare tutto da capo, dimenticandosi della schiavitù.
Ithilwen è una ragazza che non conosce le sue origini ed è rimasta orfana. Si guadagna da vivere alla Rosa Nera, una casa del piacere di sua proprietà, e fa parte di un’associazione criminale chiamata Ronin di cui si conosce ben poco. Il suo obbiettivo è scoprire la sua vera identità.
Kepler Aust, elfo figlio di Copernaus e Curein Aust, rimase orfano quando i genitori si ammalarono di un morbo. Gli elfi a quei tempi erano impegnati con la ricerca dell’immortalità, così instaurarono un Consiglio dei Re fine a questa causa. L’esperimento finale non andò a buon fine e i due si ritrovarono con uno strano morbo di cui non si conosce la vera origine. Kepler, nonostante l’orribile sorte dei suoi genitori, vuole continuare le ricerche per l’immortalità.
Lia sta passando la sua vita insieme a Ioji, un mezzuomo che le ha fatto da padre per lunghi anni, in continua fuga. Molte elfe della sua età vengono uccise perchè si pensa che la principessa del vecchio regime elfico sia fuggita prima che l’intera famiglia venisse giustiziata, uccisa perchè il vecchio reggente non volle accettare un’alleanza con Drakas. Lia ad oggi non conosce le sue vere origini ma è legata a Fenris, un lupo che da sempre le sta accanto.
Stile de La Battaglia di Rhodheim
Questo primo libro della saga Cronache di Amaria introduce i personaggi e il mondo in cui si muovono; potrete quindi conoscere man mano i personaggi principali, i loro caratteri, come si evolvono per raggiungere i loro obbiettivi e che alleanze stipulano.
L’autrice si focalizza molto sui personaggi favorendo l’immedesimazione del lettore. Le emozioni infatti accompagnano sempre i protagonisti: la paura, la rabbia, l’eccitazione, la gioia e l’amore sono di contorno ad ogni circostanza descritta. Purtroppo però ho trovato alcune scene troppo introspettive o non necessarie; per mio gusto personale non ho amato l’eccessivo inserimento di alcuni momenti amorosi spinti, anche perchè non necessari a rendere l’opera più interessante.
Il fulcro di un gioco di ruolo come D&D è invece sicuramente il combattimento. Le scene d’azione a mio parere non sono state gestite nel modo corretto e le ho trovate fin troppo sbrigative, così da togliere quasi completamente l’eroicità dei momenti critici.
Lo stile di scrittura dell’autrice è molto semplice e basilare. La lacuna più grande però è la mancata revisione del testo; la grammatica presenta fin troppi errori e alcune frasi non hanno un senso chiaro. Alcuni concetti non vengono addirittura spiegati, così il lettore si ritrova a collegare i punti da solo e sperare di aver azzeccato. Sicuramente per il seguito di questa saga sarebbe auspicabile una migliore revisione del testo.
L’autrice avrebbe potuto aprire un piccolo capitolo per spiegare cos’è un gioco di ruolo per dare un contesto ai lettori nuovi a questo mondo; un approccio simile avrebbe forse anche stimolato nuovi giocatori, oltre a migliorare la fruibilità dell’opera stessa.
Recensione dell’Estetica de La Battaglia di Rhodheim
L’estetica di Cronache di Amaria: La Battaglia di Rhodheim è uno degli aspetti più discutibili del romanzo.
Iniziamo però dagli aspetti positivi; le illustrazioni dei personaggi de La Battaglia di Rhodheim sono ben realizzate e aiutano a visualizzarli meglio (come potete constatare dalle immagini incluse in questa recensione). La copertina rigida del libro è liscia e l’illustrazione presente è particolareggiata e attira subito l’attenzione del lettore. Il font utilizzato è adeguato e ben leggibile.
Passiamo ora agli aspetti meno piacevoli. Sulla copertina del libro non è presente una maiuscola nel titolo, non una questione da poco siccome è la prima cosa che vedi prendendolo in mano. Nel retro del libro si può trovare una breve introduzione all’autrice, ma non c’è traccia di un’introduzione al romanzo; come faccio a sapere cosa andrò a leggere? All’inizio dell’opera sono presenti delle mappe del mondo di Amaria ma purtroppo, a causa della scarsa qualità delle immagini e della loro impaginazione approssimativa, non tutti i nomi dei luoghi sono chiari e leggibili. Infine, quasi tutto il testo è completamente allineato a sinistra, non permettendo una lettura spedita.
Tutti questi difetti possono essere giustificati dal fatto che si tratti di un libro autoprodotto, perciò immagino non sia stato facile crearlo; un margine di errore per forza di cose c’è, ma per i prossimi volumi sarebbe stupendo vedere dei miglioramenti a riguardo.
Conclusioni della Recensione de La Battaglia di Rhodheim
L’autrice con questo libro è riuscita a unire le sue passioni per la scrittura e per il gioco di ruolo, creando un’opera adatta anche a chi non gioca a D&D. Si vede che c’è molta passione dietro a questo progetto; d’altronde chi non vorrebbe scrivere una saga sulla campagna che più lo ha segnato?
Consiglio questo romanzo a chiunque ami il fantasy e le letture leggere; non fatevi spaventare dalle 360 pagine, la storia ha le carte in regola per farsi sempre più interessante!
Ciao, mi sono imbattuto nella vostra pagina e pian piano sto leggendo molti dei vostri contenuti, sono fatti davvero bene, complimenti! Innanzitutto volevo dire che sono un giocatore di D&D da circa 15 anni, e imbattermi in un post del genere mi ha fatto molto piacere, quindi grazie per avermi fatto conoscere questo libro. Però avrei delle domande, per quanto riguarda lo stile “introspettivo”, il “secondo me non era necessario” non è una critica costruttiva, è stato chiesto all’autrice se quella campagna era basata più sulle interazioni con gli npc e meno sui combattimenti? (Lo chiedo perché mi è capitato spesso di giocare a campagne simili, e magari questo é proprio il caso) Per quanto riguarda impaginazione, font e varie, ho appena visto che il libro è stato auto-prodotto da Amazon; ho un amico che ha pubblicato un libro tramite questo sito e da quello che so sono molto rigidi su impaginazione, font da usare etc, quindi magari l’autrice non ha potuto fare molto e soprattutto avrà avuto una scelta limitata.
Penso inoltre che lo stile (introspettivo o descrittivo che sia) non rende una lettura meno bella, ma fa parte appunto del modo di scrivere dell’autore, quindi il gusto personale non dovrebbe influenzare una recensione ma rientrare nel gusto soggettivo.
Infine, ho giocato innumerevoli campagne e so quanto i combattimenti possano essere macchinosi e lunghi, specie nella 3.5 che si basa tutta su numeri e calcoli (motivo per cui ora preferisco la 5e molto di più), quindi il voler adattare le sessioni di gioco ad un romanzo cercando di accorciarle forse è stata proprio una scelta. Ricordiamoci che alla fine è un romanzo ispirato alla campagna, non una trasposizione scritta della campagna, quindi che ci siano scene inerenti ai combattimenti come quelle amorose ci può stare (fan-service, per intenderci), anche se non avendolo letto non so effettivamente quante ce ne sono.
Detto questo, sto scoprendo molti contenuti interessanti grazie alla vostra pagina quindi continuate così!
Ciao! Prima di tutto grazie per le gentili parole, ci fa piacere che ti piacciano i nostri articoli e speriamo che possa sempre essere cosi’! Apprezziamo anche le tue considerazioni e ti rispondiamo volentieri (dopo esserci consultati con l’autrice dell’articolo). Nelle nostre recensioni cerchiamo di essere il piu’ obbiettivi possibili, ma ovviamente dobbiamo metterci anche qualcosa di nostro altrimenti i contenuti sarebbero molto meno interessanti e autentici. Hai ragione sul fatto che un libro autoprodotto va considerato come tale e per questo lo abbiamo elogiato; allo stesso tempo pero’ non tutti i libri di questo tipo presentano questa impaginazione e, a nostro gusto, altre scelte avrebbero agevolato la lettura. Poi chiaramente non puo’ essere una trasposizione pari pari delle sessioni di gioco, altrimenti sarebbe estremamente pesante; allo stesso tempo pero’ dare un peso maggiore agli scontri (in chiave narrativa, senza narrare turno per turno) avrebbe reso l’opera piu’ avvincente. Dopotutto il titolo la dice lunga! E in conclusione posso dirti che cerchiamo sempre di essere molto trasparenti in cosa scriviamo; questo libro ha una valutazione complessiva positiva per noi, ma far notare i suoi punti deboli puo’ dare maggiori informazioni ai lettori e, magari, tornare anche utile all’autrice (nel caso voglia, ovviamente). Grazie ancora!