Ecco la testimonianza (attraverso PF2) di com’é giunto all’improvviso un pirata nella mia vita. Questa foto è di alcuni giorni fa, eppure le sono già estremamente affezionato. Per la maggior parte delle persone raffigura delle matite in fila, alcuni dadi e degli occhiali a cui è agganciato uno scarabocchio. I giocatori di ruolo sanno che non è così. I giocatori di ruolo sanno che dietro a ogni elemento c’è molto di più e che questa foto non è il ricordo di un momento, ma di un’intera storia.

Lasciate che ve la racconti.

La genesi di un pirata in PF2

Tra una serie e l’altra di Household, decidiamo di provare Pathfinder 2 (a proposito, promosso a pieni voti), convinti dall’entusiasta recensione di Andy, che fa da master. Due serate, due one-shot collegate dagli stessi personaggi e da alcuni elementi di trama. Le one-shot sono spesso l’occasione per lasciarsi andare a tentativi e sperimentazioni che magari non si intraprenderebbero in una campagna… E così è stato. E anche per prendersi qualche libertà.

Come quella di creare un gruppo composto da un halfling monaco con meno pazienza dei suoi centimetri d’altezza, uno gnomo druido con un dinosauro come compagno animale, un goblin barbaro che sente “voci” e un nano guerriero. Io ero il nano guerriero.

Come sarebbe a dire dove sta la sperimentazione nel nano guerriero? Innanzitutto per un master abituato a giocare le possibilità più astruse, il classico dei classici è comunque una sperimentazione. Dopodichè il mio nano guerriero di PF2 era speciale, perchè oltre a pensare sempre a mangiare, voleva diventare un pirata. Ecco: all’improvviso, un pirata. Peccato fossimo in una pianura lontana anni luce dal più vicino specchio d’acqua navigabile. Ma la pirateria non è una professione, è uno stile di vita. E così viveva il nano pirata Barbagrigia, tra l’altro uno dei primi nani a essere il più alto del proprio gruppo.

Il contesto narrativo

Non sto qui a raccontarvi tutta la sessione (sebbene ne varrebbe anche la pena!) e balzo direttamente allo scontro finale.

Dovevamo fermare un meschino esattore delle tasse dall’arrivare nel villaggio e prelevare un prigioniero, importante invece per noi per portare avanti i nostri scopi.Sapevamo dove e quando sarebbe arrivato. Sentite la parola “imboscata” risuonarvi in testa? Perfetto, siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

Ora, in una one shot del genere, l’imboscata poteva essere normale? Non direi. Ecco com’è stata progettata.

Come si presenta un pirata in PF2

L’esattore delle tasse Hubert (d20 rosso) e un suo braccio destro (d10 rosso), accompagnati da un arciere (d4 rosso) e due guardie (d6 rossi) hanno incontrato sul loro cammino un nano con l’ascia in mano, fermo davanti a una bandiera pirata raffigurante due ossa che compongono la lettera “L” e un teschio. Nella normalità della più classica delle pianure fantasy, all’improvviso un pirata. Nano. Ma non un nano qualunque.


Il capitano Barbagrigia della Ciurma della “L”. Non conoscete la Ciurma della “L”? Neanche la legge della “L”? Purtroppo da quelle parti nè noi nè quella legge erano molto conosciute. Peccato, altrimenti un gruppo dove l’altezza media è 72 centimetri avrebbe fatto una gran bella figura.
Il nano presenta alla stranita compagnia il resto della ciurma. I tre d6 rosso scuri (oltretutto a tema Cthulhu… Vedete che il richiamo del mare era nell’aria?) sono un maiale, il Quartiermaialastro, una mucca, la Camuccambusiera e una gallina, la gallina mozzo.
Perchè? Come mai una mucca, un maiale e una gallina? Perchè era una one-shot, ma soprattutto perchè sì.

Dietro la gomma/cespuglio sulla sinistra si intravedono l’halfling monaco e il goblin barbaro.

Questo è il giorno che voi tutti ricorderete come il giorno in cui avete quasi catturato Capitan Barbagrigia!

E’ ovviamente iniziato un combattimento, non aspettavamo altro. Al momento pattuito, quando gli uomini iniziavano a perdere la pazienza per l’evidente pagliacciata a cui dovevano assistere, Barbagrigia ha indicato dietro di loro urlando: “Attenti! C’è un dinosauro che vi carica!”.

Non ci sono cascati, ma il dinosauro c’era davvero. Nascosto in una piccola buca ai lati della strada, con un semplice incantesimo di Ingrandire, dalle retrovie ha iniziato a seminare il panico. Per il resto oggetti alchemici lanciati a raffica, sgambetti e asciate in corsa hanno completato il quadro.

Complici dei dadi piuttosto fortunati (il capitano Barbagrigia faticava a tirare meno di 15) il combattimento è finito con una disarmante vittoria. Il gruppo, poco avvezzo alle grandi somme di denaro ma piuttosto ai potenti morsi della fame, può così tornare al villaggio a riscuotere la ricompensa: una 24 ore di cibo.

Fine della storia, ma non delle emozioni


Ci sono i massimi sistemi, ci sono le eterne diatribe sulle sessioni zero, le regole zero, i comportamenti al tavolo, elenchi di pregi e difetti di elenchi di giochi seguiti da elenchi di commenti. Insomma a volte ci sono tante parole, talvolta importanti, talvolta inutili, e poco gioco.

E poi c’è questo. Una serata tra amici, una one-shot senza nessuna pretesa. Poi, all’improvviso, un pirata. Molte battute, qualche dado, troppe risate. Una parte di te in un altro mondo, in un altro tempo e un’altra parte assolutamente presente a sé stessa a godersi la consapevolezza che, grazie al nostro gioco, anche oggi é una bella giornata.

E una foto per ricordarmelo sempre.

Continuate a seguirci per altri racconti di PF2 inutili e melliflui di Merry Crystal!

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